22/02/2023
02/2023 - Notizia breve - Paola Piovesana
FORMAGGI

Crescita inarrestabile per l'export caseario

Crescita inarrestabile per l'export caseario

L’estero continua a trainare lo sviluppo del lattiero caseario italiano.

Mentre al Dubai World Trade Center è in scena la 28ma edizione “Gulfood”, evento fieristico di portata internazionale, Assolatte conferma la costante crescita del comparto caseario made in Italy sul mercato internazionale e sottolinea le buone performance dei formaggi italiani anche nei paesi del Medio Oriente.

Emirati Arabi Uniti (con 2.300 tonnellate) e Arabia Saudita (1.700) infatti sono entrati nella nuova “top ten” delle destinazioni extra UE.

Nel 2022, le esportazioni complessive di formaggi hanno superato 550mila tonnellate (+6%), per un fatturato vicino ai 4,2 miliardi di euro (+19%).

 

 Esportazioni complessive 2022  550mila tonnellate (+6%)
 Fatturato di settore2022  4,2 miliardi di euro (+19%)
 Francia (primo mercato export UE)  120.000 tonnellate
 Export verso Emirati Arabi Uniti  2.300 tonnellate
 Export verso Arabia Saudita  1.700 tonnellate

 

«Abbiamo bruciato anche i numeri del 2021, quelli che ritenevamo essere un record irripetibile, con un ottimo risultato raggiunto peraltro in un contesto incredibilmente sfavorevole che ha coinvolto produttori e consumatori di tutto il mondo – commenta Paolo Zanetti, presidente di Assolatte».

Nonostante una inflazione a due cifre, il 2022 è stato infatti un anno di volumi in incessante crescita verso molti paesi, sia europei che extra europei.

In area UE, spiccano in particolare la Spagna (+19%), divenuta il nostro terzo mercato, Francia (+12%), Olanda (+14%), Polonia (+17%) e Svezia.

In area extra-UE, invece, volumi da primato e tassi di incremento tra il 20 e il 30% in Canada, Giappone, Cina e Arabia Saudita.

Con 120.000 tonnellate, evidenzia Assolatte, la Francia si conferma nuovamente il primo mercato dei formaggi tricolore, un placet di alto livello da un paese di grandi formaggi e grandi tradizioni casearie.

Un successo dell’export che deve molto anche agli accordi commerciali dell’UE con i paesi extra-UE, che prevedono il riconoscimento delle Indicazioni Geografiche, i contingenti tariffari e la rimozione delle barriere daziarie e non daziare.

Per Assolatte, infatti, non è un caso che paesi come Canada, Giappone, Cina siano ormai diventati mercati strategici per il nostro export.

Il riconoscimento delle Indicazioni Geografiche, d’altra parte, è oramai la conditio sine qua non che la Commissione europea pone per la stipula di qualsiasi negoziato.

«La valorizzazione dei prodotti Dop e Igp costituisce un punto di forza anche nei confronti di quelle intese che, per altri aspetti, suscitano perplessità o timori – sottolinea Paolo Zanetti –.

Come l’accordo in corso di ratifica con la Nuova Zelanda, un Paese con un mercato interno troppo piccolo per risultare appetibile, ma al contempo grande competitor dell’UE nella produzione ed esportazione di latte e derivati».

La Nuova Zelanda, precisa Assolatte, è il terzo esportatore mondiale dopo Stati Uniti e Unione europea.

E fanno parte della loro produzione molti formaggi italian ed european sounding che la Nuova Zelanda esporta in grandi quantità nei paesi asiatici.

Risulta pertanto evidente la necessità di un accordo di riconoscimento delle denominazioni protette.