22/05/2023
- Approfondimento - Redazione di Largo Consumo
TUTTOFOOD 2023

Arborea, “la rivoluzione gentile del latte”

Arborea, “la rivoluzione gentile del latte”

Nel primo decennio del dopoguerra, Arborea, comune sardo della provincia di Oristano, diventa un centro importante, grazie allo sviluppo di cooperative agricole e zootecniche. É in questo contesto che nasce la Cooperativa Assegnatari Associati Arborea, detta 3A. Che cresce, identificando la sua appartenenza alla Sardegna. Non a caso, nel 1989, lancia lo slogan “Arborea. Solo da allevamenti sardi”, per trasmettere la sua identità. Nel 1998, nasce il nuovo sistema di filiera produttiva: alta qualità fino all’approdo, nel 2012, sul mercato estero. Non da meno è la tappa del 2018, quando la Cooperativa diventa Gruppo acquisendo la locale Fattorie Girau, la toscana Caplac e Trentinalatte.

Arborea è la prima cooperativa lattiero casearia della Sardegna ed il terzo player nazionale nel latte UHT. Abbiamo chiesto a Stefano Reali, Direttore Marketing e Comunicazione, il perché della scelta di venire a TuttoFood. «E’ una vetrina importante a livello nazionale ed internazionale. La nostra è una cooperativa di 162 aziende agricole in grande crescita. Per noi è un momento di rilancio, in cui annunciamo una campagna di comunicazione nazionale, una delle due novità che presentiamo a TuttoFood, oltre al lancio del Kefir. Per la precisione, all’interno della gamma A·Yo, lo yogurt con latte vaccino-ovino, infatti, sarà introdotto il Kefir. Una rivoluzione.

Il 28 maggio parte l’importante campagna nazionale televisiva, e non solo, dal titolo “La rivoluzione gentile del latte"». Da realtà regionale siete diventati il terzo player nazionale nel latte UHT. Come spiega Mario Landriscina, Direttore Vendite, dal 2019, di Arborea, «Da tre anni abbiamo iniziato un percorso con grande energia e determinazione. Una progettualità che ha trovato grande riscontro nella Gdo, grazie alla nostra unicità. Siamo l’unica azienda di latte, in Italia, con un’ottima capacità produttiva, ma a chilometro zero. Noi abbiamo latte da un’unica Regione e, di questo, l’80% è in 20 chilometri quadrati. Significa minore intensità nel processo di sterilizzazione, con la risultante di un gusto più intenso. Non a caso siamo il latte con la più alta percentuale, ovvero il 70%, di riacquisto dopo la prima volta. Siamo passati da 30 punti di distribuzione ponderata, a 73. Il nostro obiettivo non è arrivare a 100, ma a 80, con una distribuzione più capillare per i clienti che sono già attivi.

 Vogliamo diventare l’azienda leader di latte UHT 100% italiano. Per questo sarà molto importante la nostra campagna pubblicitaria nazionale. Vogliamo entrare anche in altre categorie, come lo yogurt da bere.

Il kefir è l’innovazione che presentiamo a TuttoFood in tre versioni, tutte senza lattosio: bianco naturale, multifrutti e fragola. Con un formato distintivo da bere da 200 ml. Quali sono le direttrici della vostra innovazione? «Sono tre. Il senza lattosio, il kefir e il proteico. Le consideriamo delle ottime opportunità nel breve, ma anche nel medio e lungo periodo». Come siete a livello di fatturato? «Facciamo circa 200 milioni di euro, la metà di questi solo in Sardegna, Regione dove siamo leader in tutte le categorie che trattiamo. Arborea è figlia dell’integrazione sardo-veneta avvenuta negli anni ’30, per via delle bonifiche mussoliniane, facendola diventare una delle zone più produttive della Sardegna, massima espressione dell’industria alimentare sarda. Integrazione e cooperazione, ovvero un lato poco conosciuto di questa Regione». Ci saranno novità sul packaging? «L’acquisto di latte è di impulso, mentre il consumo fa emergere il ricordo. E noi abbiamo cercato di trasferire tutto questo nel nuovo packaging. Abbiamo evidenziato anche il concetto di gusto unico e la sardità attraverso i Quattro Mori, pulendo la confezione, ma mantenendo le cromie». Quali altri traguardi vi ponete? «L’inserimento con l’ESL della mozzarella. Noi, avevamo già fatto dei test negli ultimi tre anni, attraverso due partnership, a Milano e Roma, e stanno andando benissimo, crescendo di anno in anno. ESL è ancora più difficile dell’UHT come ingresso, soprattutto per una azienda sarda che vuol vendere in Lombardia, però riteniamo di avere un senso di esistenza. La nostra politica distributiva non si basa su un rapporto fornitore-cliente, ma di partnership che poggia su tre elementi chiave: credere insieme nello sviluppo, seguire politiche di valore, azioni di co-marketing e marketing integrato. Il fatto che non siamo dappertutto rappresenta, per chi ci distribuisce, una sorta di plus. Sto parlando di Penisola che è un mercato completamente differente dal nostro sardo». E il mercato caprino? «Col marchio Girau siamo leader del latte ESL e dello yogurt di capra. Ovviamente, è un mercato più piccolo, ma in crescita, di grande valore e con fidelizzazione dei consumatori altissima. Sempre 100% latte sardo. Il problema del latte di capra è la quantità mensile, essendo una filiera con una curva di lattazione molto acuta. In pratica, c’è tanto latte di capra da marzo a settembre e pochissimo da ottobre a febbraio. Stiamo facendo un percorso di destagionalizzazione. Premiamo gli allevatori che producono di più nei mesi invernali, per ridurre l’inclinazione della curva. Ci vuole tempo, anche se è possibile. Ecco perché il latte di capra è una nicchia».              

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Citati in questo articolo:
Mario Landriscina, Stefano Reali, Tuttofood, Arborea, Girau