Verso la carestia globale?

In Italia, in generale, la disponibilità di cibo pare non essere un problema. Viviamo in una condizione di “sicurezza alimentare” che definisce la possibilità di avere accesso in modo sufficiente a cibo sicuro e nutriente, per garantire alla popolazione una crescita e uno sviluppo normali, e una vita sana e attiva. L’abbondanza alimentare ha favorito comportamenti di consumo che oggi risultano sempre meno accettabili, come lo spreco alimentare, compiuto sia livello domestico che di filiera produttiva e distributiva; in Italia vale complessivamente oltre 13 miliardi di euro (dati Waste Watcher 2024). Da un po’ di tempo, poi, anche nel nostro Paese facciamo i conti con il costante aumento della spesa alimentare, che incide e modifica le abitudini d’acquisto, minacciando la disponibilità sicura e sufficiente di cibo. Così anche in Italia si registrano aree di insicurezza alimentare, con circa 1,5% della popolazione (Istat, dati 2023) che ha ridotto quantità e qualità del cibo consumato come carne, frutta e verdura, ha acquistato cibo di scarsa qualità, e in alcuni casi ha saltato anche i pasti.