Largo Consumo 3/2025 - Approfondimento - pagina 108 - 2 pagine - Maurizio Acerbi
Ombre sull’export di vino e liquori
Secondo il Nomisma Wine Monitor, si stima che l’export di vino italiano, nel 2024, sia aumentato del 4,5%, superando gli 8 miliardi di euro, ma nella Gdo calano i consumi, a volume (-3,4%, dati Circana). Incombono, però, i paventati dazi Usa, il Paese in cui esportiamo più vino (il 24% del nostro export, sopra 1,9 miliardi di euro, nel 2024, secondo l’osservatorio Uiv), con il rischio di perdere vendite per 330 milioni di euro, sempre secondo Uiv. «Se i dazi saranno estesi alle bevande alcoliche italiane, sarà un grave danno, essendo uno dei principali mercati di sbocco per tutte le categorie di alcolici e vini prodotti in Italia. Visti i rapporti tra i 2 Paesi, però ritengo sia difficile che Trump ci riservi un trattamento da “nemico” e auspico che si riesca a trovare un’intesa in breve tempo, in modo da eliminare questo clima di incertezza». Le parole di Paolo Raisa, Direttore commerciale di gruppo Caffo 1915, sintetizzano bene il sentiment dell’industria del vino e degli alcolici sull’ipotesi dazi. Preoccupazione sì, ma senza isterie di sorta. Dazi a parte, aspettando il prossimo Vinitaly, qual è, per gli addetti ai lavori, la situazione reale?