Largo Consumo 6/2025 - Approfondimento - pagina 47 - 4 pagine - Maria Eva Virga
L’aperitivo si fa in casa
Sempre più ready to drink e tendenza alla premiumizzazione. Sono due dei trend che si riscontrano nella proposta di aperitivi in Italia. Le novità di prodotto sono legate all’italianità o alla mediterraneità, e consentono di realizzare anche nuovi cocktail, da abbinare a un’offerta sempre più variegata di cibo. Alcune aziende, già dalla pandemia in poi, puntano anche sugli aperitivi home made, preparati con gusti concentrati da miscelare. Un italiano su 2 (51%) spende in media oltre 50 euro per l’aperitivo tra le pareti domestiche. Lo afferma una ricerca condotta da Cga by Niq, e presentata a Milano in apertura della kermesse Aperitivo Festival (9-11 maggio 2025). Naturalmente, secondo Niq, la maggioranza, il 77%, ovvero 3 intervistati su 4, ama ancora concedersi l’aperitivo nei bar diurni (39%), nei cocktail bar o locali dedicati (34%), seguiti da enoteche, trattorie e discobar (15%), ristoranti (13%), pub e birrerie (10%). Inoltre l’85% del campione intervistato dichiara di considerare importante la proposta di abbinamenti con il food: si guarda al km 0, alle certificazioni come la Dop, alle materie prime del territorio. La frequenza del rituale dell’aperitivo è varia: il 13% degli italiani se lo concede più di una volta a settimana, il 17% una sola volta a settimana, il 46% almeno una volta al mese, mentre il 23% più sporadicamente.