- Approfondimento di comunicazione d'Impresa - Viviana Persiani
La filiera garantita dell’olio Desantis
La filiera garantita dell’olio Desantis
La storia della Olearia Desantis risale agli anni ’50, ad un frantoio di famiglia;.poi, tappa dopo tappa, inizia l’attività di confezionamento, sino all’acquisto del primo stabilimento industriale. Oggi la “Olearia Desantis S.p.A.” si conferma una realtà importante a livello nazionale in questo importante settore. Presente a TuttoFood, la fiera di riferimento di Food & Beverage, abbiamo incontrato Gianfranco Desantis, uno dei Responsabili Commerciali.
«TuttoFood è una vetrina non solo nazionale, ma soprattutto internazionale, come dimostrano i tanti espositori esteri e i buyer che animano questa manifestazione. Noi ne stiamo incontrando diversi, sia già programmati nelle settimane precedenti, sia tramite messaggistica che, grazie a TuttoFood, permette di organizzare appuntamenti in tempo reale. Abbiamo avuto incontri sia con operatori europei, ma anche con alcuni del mercato del Medio Oriente, Asia, Nord America. Gli americani, in particolare, sono un po’ fermi, perché non sanno ancora come andrà a finire la questione dei dazi.
Purtroppo, nel nostro settore dell’olio, veniamo da due anni di scarsa produzione, in particolare nel bacino Mediterraneo (Spagna in primis, ma anche l’Italia). Per fortuna, la stessa Spagna nell’ultima campagna olearia 2024/25 è tornata ai suoi livelli produttivi, mentre l’Italia è rimasta penalizzata per una serie di vicissitudini, come la siccità. A livello di prezzi, mentre un olio italiano costava, lo scorso anno, come uno comunitario, in questo 2025, invece, il prodotto italiano è rimasto fermo nelle sue quotazioni, mentre il prodotto comunitario è più che dimezzato. Oggi ci sono oltre 5 euro di differenza tra un litro di olio italiano e uno comunitario, dovuto, come detto, a questa differenza di produzione. Stiamo parlando, ovviamente, di una qualità differente e decisamente superiore dell’olio italiano, ma il consumatore si fa condizionare dai prezzi. La conseguenza, purtroppo, è che le vendite di olio italiano si sono appiattite.
Noi ci approvvigioniamo da Spagna, Grecia, Portogallo per il prodotto comunitario, mentre per quello 100% italiano, che è top di gamma (insieme con la Dop Terra di Bari), dalla zona del Nord Barese e della BAT. Quest’anno abbiamo affiancato anche il biologico comunitario per venire incontro alle esigenze del consumatore e abbiamo una linea di blend comunitario (principalmente composto da Spagna e Grecia), fermo restando che il nostro standard qualitativo resta medio-alto, perché chi acquista il nostro prodotto, pagandolo un po’ di più, ha la garanzia di una qualità superiore.
La filiera è garantita, in quanto noi conosciamo tutti i nostri fornitori. Effettuiamo delle analisi sia quando ci consegnano la materia prima, per verificare che corrisponda alla qualità prescelta, sia in fase successiva di confezionamento. Stocchiamo, inoltre, l’olio al riparo da fonti di luce e di calore, i peggiori nemici della qualità del prodotto. Vantiamo certificazioni che garantiscono la qualità del nostro prodotto e che sono richieste dalla GDO, ed ora stiamo lavorando per ottenere anche la certificazione kosher, richiesta da determinati Paesi esteri, ma anche da rivenditori italiani. Quanto al fatturato, abbiamo chiuso il 2024 sopra i 160 milioni di euro, in crescita sui 136 milioni del 2023.»