- Approfondimento di comunicazione d'Impresa - Redazione di Largo Consumo
La filiera autentica di Lattebusche, anche bio
Lattebusche porta, da 71 anni, formaggi e latticini, dalle Dolomiti Bellunesi alle tavole italiane. Con una filiera che presta massima attenzione a ogni aspetto, dalla mungitura alla consegna del latte in tutta Italia. Ne parla Matteo Bortoli, responsabile Marketing e Comunicazione.
«Abbiamo fatto importanti investimenti per migliorare l’efficientamento in tutti i nostri sei stabilimenti veneti, a partire da quello energetico e logistico interno. Oggi la nostra offerta presenta una segmentazione molto marcata. In sede a Busche ai piedi delle Dolomiti produciamo due formaggi DOP (Piave e Montasio) la linea del latte, presente in varie declinazioni, inoltre yogurt, latticini vari, mascarpone, ricotta e formaggi tipici, alcuni tipici sono anche prodotti nello stabilimento in Comelico Superiore a oltre 1.200m.
Inoltre, abbiamo due stabilimenti (Sandrigo e San Pietro in Gu) che sono dedicati al Grana Padano DOP, dove produciamo oltre 140mila forme, uno specializzato per l’Asiago DOP (Camazzole) e un altro (Chioggia) dedicato ai gelati industriali a base di latte fresco e panna. Una gamma varia che ci permette di approcciare il mercato in ogni variazione: una strategia con una notevole complessità di gestione, ma che, negli anni, ci ha dato soddisfazione. Il fil rouge di tutto questo è il latte (circa 4.000 quintali al giorno) conferito da circa 300 soci allevatori della cooperativa».
Un’azienda molto attenta all’economia della zona. «La scelta della nostra azienda si è orientata a valorizzare il territorio e le filiere produttive, così da creare indotto economico, diretto ed indiretto. Spesso, in situazioni non facili di raccolta del latte, considerando che abbiamo aziende anche a 1.500 metri e, quando nevica, è tutto molto più complicato».
Com’è il vostro rapporto con la GDO? «Ottimo. Noi proponiamo la nostra qualità, sia come materia prima eccellente, sia come affidabilità del prodotto, garantita dalla qualità e degli investimenti fatti. Siamo attenti al mercato, cercando di interpretare i nuovi trend e le esigenze, sempre in relazione al nostro punto di partenza. Ad esempio, abbiamo lanciato, qualche anno fa, il latte biologico di montagna, dal gusto più marcato. Prodotto che è andato molto bene, in crescita e che può contare anche su una extended shelf life».