- Notizia breve - Viviana Persiani
Avocado in Italia: coltivarlo può essere un investimento
Domanda in crescita e microclimi più miti stanno spingendo nuovi impianti nel Mezzogiorno. Tra opportunità e rischi, l’avocado attira capitali, ma richiede pianificazione tecnica e disponibilità idrica.
Negli ultimi anni la superficie coltivata è aumentata soprattutto in Sicilia, Puglia e Calabria, dove si concentrano microclimi costieri adatti. Le stime dell’ultimo Osservatorio Coldiretti parlano di oltre 1.200 ettari complessivi di superfici coltivate, con conversioni da vecchi agrumeti e nuovi impianti impostati su varietà come Hass e Bacon. La spinta arriva da consumi interni in crescita e dall’import ancora rilevante: elementi che rendono interessante il presidio locale della filiera.
L’investimento iniziale medio è nell’ordine di 20.000 euro per ettaro (piante, irrigazione, protezioni), con prime produzioni fra 3 e 5 anni e raccolta indicativamente tra novembre e aprile. I progetti sono sostenibili laddove esistono disponibilità idriche misurabili, tecniche irrigue efficienti e competenze agronomiche per gestire gelate e vento, oltre a reti di conferimento in grado di garantire qualità, calibro e programmazione. Resta imprescindibile una valutazione dei rischi: costi energetici per l’irrigazione, volatilità dei prezzi e concorrenza estera.