- Approfondimento - Redazione di Largo Consumo
Tra riso, risotti e chips, Riso Gallo viene premiato da Italia e estero
A TuttoFood, Carlo Preve, l’AD di Riso Gallo,ha presentato lo scenario del mondo riso nel quale si collocano e le aspettative della partecipazione alla fiera milanese. «Il riso sta vivendo un periodo molto particolare dopo la siccità del raccolto scorso. Tuttavia, grazie ai consorzi, agli impianti e alle infrastrutture che sono stati più che capaci di far fronte alle necessità, abbiamo affrontato brillantemente il rischio. Anche l’inverno scorso è stato senza acqua. Secondo i dati dell’Ente Nazionale Risi, abbiamo comunque disponibilità di riso. E’ evidente che il mercato non ha assorbito quanto aveva fatto nell’anno precedente, dovuta a una resistenza sul prezzo finale. Occorre porre dei limiti a questi aumenti».
Ndr: Intanto, i prezzi hanno incominciato ad abbassarsi, pur permanendo l’incertezza sul nuovo raccolto.
«L’Italia esporta il 60% del riso che coltiva, quindi non bisogna solo prendere in considerazione la Gdo italiana, ma anche i clienti esteri, in particolar modo quelli industriali che sono ancora più sensibili al prezzo. Non esportiamo solo riso e risotto, ma anche riso lungo da contorno che entra in concorrenza con quello asiatico. I clienti industriali hanno finito per comprare il riso in altre parti del Mondo, eccetto sul riso e risotto».
In questo scenario, cosa può darvi TuttoFood? «Prima di tutto è una fiera per l’estero, per incontrare i distributori nostri da tutto il mondo. Noi siamo favorevoli alla fusione Cibus con TuttoFood, perché si potrebbe fare concorrenza a fiere straniere, come il Sial».
L’innovazione, per Riso Gallo, è rivolta al mercato straniero o italiano? «TuttoFood ha un lato italiano che riguarda la ristorazione, dove possiamo presentare le nostre novità. Così come per la Gdo grazie alle nuove Chips di riso integrale con sale marino e Chips con riso Rosso gusto paprika. Per l’estero abbiamo la linea Risotto Carnaroli 1856, con sacchetto trasparente, una referenza che richiama il nostro anno di fondazione, come un ritorno alle origini». Come è suddiviso il fatturato, tra Italia ed estero? «In volumi, siamo circa al 50 e 50. Nell’estero, però, sono inclusi anche i clienti industriali. Se guarda marca Riso Gallo, siamo a 65 e 35. Il grosso viene fatto nell’Unione Europea». Per quanto riguarda la sostenibilità? «La riseria è sostenibile per definizione. Nulla viene buttato e tutto viene riutilizzato. La lolla può essere utilizzata come energia pulita o letto per gli animali, ad esempio. Le farine possono essere utilizzate in tutti i modi, eccetera. Noi abbiamo un protocollo di coltivazione che viene certificato da un ente terzo. Stiamo sostituendo le varietà non sostenibili dal punto di vista agricolo con quelle da agricoltura sostenibile. In più la plastica della mattonella sottovuoto è riciclabile». L’obiettivo del 2023, dal punto di vista economico? «Il fatturato della nostra azienda vale poco perché l’aumento della materia prima comporta un aumento dei prezzi. Nel 2020, 2021 e 2022 abbiamo sempre avuto un Ebitda in crescita, con l’obiettivo, nel 2023, di avere una ulteriore crescita. Nostro padre è stato lungimirante».