28/08/2025
- Notizia breve - Viviana Persiani
caffè

Secondo Unimpresa il rito del caffè sta diventando un lusso

Secondo Unimpresa il rito del caffè sta diventando un lusso

Il Centro studi di Unimpresa segnala che entro la fine del 2025 il prezzo medio di una tazzina di caffè in Italia potrebbe toccare i 2 euro, con un aumento superiore al 50% rispetto al 2020, quando costava appena 0,87 euro.  L’impennata deriva da molteplici fattori: i cambiamenti climatici hanno colpito i raccolti in Brasile e Vietnam, che insieme coprono metà della produzione mondiale; nel 2024 il prezzo dei chicchi grezzi è cresciuto dell’80%. Alla scarsità di offerta si sono aggiunti l’aumento dei costi energetici (+30% per la torrefazione tra 2021 e 2024), il raddoppio dei noli marittimi, l’inflazione (+15-20% per imballaggi, +10% per manodopera in Sud America) e le nuove normative Ue sulla deforestazione, che pesano dal 5 al 10% sul prezzo finale. La speculazione ha amplificato la corsa.

Il mercato resta però solido: i consumi italiani ammontano a 327 milioni di chili l’anno (pari a 5,5 kg pro capite), con un giro d’affari da 5,2 miliardi di euro nel 2025, che potrebbe superare i 6 miliardi entro il 2030. L’export già oggi vale 2,3 miliardi, mentre il segmento capsule e cialde copre il 16,2% della GDO.

Per Mariagrazia Lupo Albore, direttrice generale di Unimpresa, il caffè ha un valore che va oltre l’1% della spesa familiare: è un rito sociale che rischia di trasformarsi in un lusso. Le aziende, strette dai margini, puntano sempre più su prodotti premium e alternative sostenibili, dai ceci ai semi di dattero. Secondo la Banca Mondiale, nel 2025 i chicchi di Arabica saliranno del 50% e il Robusta del 25%, ma nel 2026 potrebbero calare tra il 9 e il 15%, offrendo una tregua ai consumatori.

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Centro studi di Unimpresa, Mariagrazia Lupo Albore, Gdo, Banca mondiale, Caffè, Unimpresa