- Approfondimento - Redazione di Largo Consumo
Il riso interpretato al meglio da Riso Scotti
«L’innovazione è fondamentale. Non solo quella di prodotto, ma anche di mentalità, di cultura, di processo, di canale. Meglio innovare e sbagliare, che stare fermi». E’ Dario Scotti, alla guida dell’omonima Azienda, a parlare e a raccontare le impressioni sull’edizione 2023 di TuttoFood con Gianluca Pesce, Direttore Commerciale di Riso Scotti: «C’è tantissima gente, con una quota di stranieri troppo poco percepibile, sia come visitatori, sia come produttori. Il concetto di Fiera, dal mio punto di vista, deve evolversi: il mercato unico è l’Europa, non può essere più solo nazionale. Le Fiere italiane sono di relazioni, quelle estere di in-business. A TuttoFood, mancano importanti compratori orientali, del Nord America e Sud America. Cibus e TuttoFood dovrebbero unire le forze, per fare una fiera concorrenziale rispetto alle principali straniere dove il 60% dei visitatori è extraeuropeo. Qua, siamo a un 80% di italiani e il resto di europei. C’è bisogno di un ulteriore salto di qualità».
Risale al 1860 la nascita di Riso Scotti, una impresa famigliare che si tramanda da sei generazioni e che si è trasformata da pileria artigiana a riseria industriale. Rispettando le sue origini, ma sempre attenta alla spinta innovativa del mercato. Diversificando, nel 2000, la sua produzione e avviando, nel 2005, con Riso Scotti Danubio, il processo di internazionalizzazione dell’Azienda.
«La domanda del risso classico è stabile. Assistiamo ad un fenomeno molto importante e favorevole che parte dalla richiesta di risi innovativi, i risi specialità, di cui Venere è certamente il numero uno. Inoltre, abbiamo un’aspettativa rispetto al mondo del riso cotto a vapore: la cultura italiana dovrebbe scoprire un nuovo modo di consumare il riso e noi dobbiamo essere pronti, come industria, a comunicare la bontà e la naturalità di quel prodotto». Cotto a vapore, con un po’ di liquido di governo, senza nessun tipo di conservanti, coloranti. «Il tempo di cottura è sempre stato uno dei limiti dell’ingrediente riso. Noi lo abbiamo ridotto attraverso l’adozione di alcune innovazioni. Un modo per coinvolgere il consumatore più giovane, che predilige i piatti unici. Venere, come il mondo del Basmati, ha dimostrato che il riso è un prodotto da interpretare. E’ quello che stiamo facendo con la Pasta Venere. La pasta è sempre stata considerata un prodotto che non si poteva innovare e, invece, abbiamo dimostrato che si può fare».
Il mondo del riso offre ancora opportunità interessanti: «Questo mondo che si sta evolvendo, offre ad un’azienda come la nostra l’occasione di fare qualcosa di straordinario. Possiamo sviluppare dei segmenti di nicchia, dove essere unici. Bisogna aggiornare la proposta in modo intelligente. Attraverso, ad esempio, partnership e sinergie, come quella che abbiamo siglato, nei giorni scorsi, con La Linea Verde che diventerà ambasciatrice del marchio Venere nello scaffale del fresco. Un nuovo mercato, rafforzando l’origine».