15/05/2025
- Approfondimento di comunicazione d'Impresa - Viviana Persiani
visto a tuttofood 2025

Coricelli: l’olio, un’eccellenza made in Italy da sostenere

Coricelli: l’olio, un’eccellenza made in Italy da sostenere

Nel 1939, l’olio extravergine di oliva di Pietro Coricelli debuttava sulle tavole degli italiani, nel cuore dell’Umbria, a Spoleto. Una tradizione che, insieme con i valori, si è tramandata nelle varie generazioni della famiglia e che l’ha fatta crescere nei numeri, portandola ad esportare in oltre 110 Paesi, con uno stabilimento produttivo a Spoleto dove lavorano 75 dipendenti. Coricelli era presente a TuttoFood Milano, la kermesse del Food & Beverage, dove abbiamo parlato con Chiara Coricelli, Presidente e AD di Pietro Coricelli S.p.A.

«TuttoFood è una fiera strategica e ottimamente organizzata, che può tenere testa, ad esempio, a Sial. La grande novità che abbiamo presentato in questa edizione è il restyling di Casa Coricelli, il brand dedicato ai prodotti premium con focus sulla filiera. La nuova linea punta a garantire completa trasparenza sull’origine del prodotto e massima qualità attraverso le certificazioni ISO 22005 e Blockchain. Il consumatore può, quindi, essere informato sulla linea di filiera e comprendere il prodotto di valore, in un momento di mercato dove c’è un differenziale pesante tra olio comunitario e quello 100% italiano. Abbiamo anche presentato il nostro olio evo Dop Umbria Colli Martani, referenza frutto di un accordo di filiera siglato a fine 2024 con l’Organizzazione di Produttori Aprol Umbria, espressione di Coldiretti, per portare sugli scaffali della grande distribuzione italiana un’eccellenza locale umbra».

Coricelli garantisce un’adeguata remunerazione e la certezza di una continuità economica del rapporto commerciale e si è impegnata ad acquistare, nel primo anno, una quota minima di 40mila chili di olio dagli agricoltori delle cinque sottozone che compongono la Dop Umbria, così da sostenerli: Colli Assisi-Spoleto, Colli Martani, Colli del Trasimeno, Colli Amerini e Colli Orvietani. «Noi abbiamo incanalato queste sottozone in una DOP che offriamo al consumatore, sugli scaffali. Questo olio ci ha fatto vincere il Better Future Award, il riconoscimento che va alle aziende impegnate sull’innovazione e sulla sostenibilità. Siamo molto orgogliosi di questo premio e siamo contenti che anche la GDO abbia sostenuto questo progetto, promuovendolo a scaffale. Stiamo arricchendo, del resto, sempre di più la gamma dei prodotti 100% italiani, grazie ai quali siamo leader di mercato nel segmento».

Ed è proprio sulla valorizzazione dell’olio 100% italiano che Coricelli sta indirizzando i suoi sforzi negli ultimi anni. «Bisogna sensibilizzare gli italiani a comprare il prodotto italiano, perché è il Sistema Paese a beneficiarne, a partire dal mondo agricolo, creando valore intorno a tutta la filiera. In questo 2025, con il calo della materia prima dell’olio comunitario, quello italiano sta perdendo quota. Per fortuna dai primi dati in nostro possesso, possiamo dire che questa tendenza non tocca i nostri marchi, Coricelli e Cirio, grazie alla fidelizzazione dei nostri consumatori. Il mercato nazionale non ha una capacità produttiva tale da poter soddisfare le richieste dei Paesi esteri anche se c’è una domanda, sui nostri prodotti abbiamo riscontrato interesse in particolare per la DOP Umbria. Non è detto, comunque, che una parte della campagna 2025-2026 non vada all’estero, magari con adeguata prenotazione. Facciamo qualcosa anche a livello di PL di eccellenza, in particolare nella categoria 100% italiano, con prodotti tracciati di filiera, dove possiamo garantire la valorizzazione dei sistemi di innovazione tecnologica. Inoltre, lavoriamo anche sul biologico con il nostro Biologico Casa Coricelli».

Cosa vi manca come filiera? «Noi da anni lavoriamo in sinergia con mondo agricolo e distribuzione convinti che tutti gli attori convolti nella filiera devono guardare nella stessa direzione per creare valore. Purtroppo ancora oggi il settore dell’olio è molto speculativo si punta a proporre l’offerta migliore da stampare sui volantini. Il prezzo rimane l’unica leva promozionale nella distribuzione. Noi, con gli accordi di filiera che abbiamo realizzato vogliamo distaccarci da questa dinamica convinti che serve far cultura sul prodotto affinché il consumatore possa scegliere l’olio da acquistare con consapevolezza e non solo per il prezzo. Le attività di sottocosto danneggiano tutta la categoria. Nel processo produttivo, invece, ci manca un po’ più di costanza di produzione olivicola per dare coerenza, anno per anno. Non sempre gli agricoltori hanno un piano B davanti ad eventi atmosferici, come la siccità, che possono compromettere il regolare raccolto. Sono percorsi lenti di cambiamento, che vanno accompagnati. Quanto ai Governi italiani, la complessità dei bandi non aiutano realtà strutturate come la nostra figuriamoci quelle più piccole».

Coricelli però non è solo olio. «Lavoriamo in partnership con produttori di pasta, sughi, pesto, aceti, olive, così da completare un paniere di prodotti Made in Italy».  

Argomenti

Citati in questo articolo:
Chiara Coricelli, Organizzazione di Produttori Aprol Umbria, Better Future Award, Coldiretti, Private label, Gdo, Iso 22005, Pietro Coricelli, Dop, made in Italy

Percorsi di lettura correlati