29/11/2023
- Notizia breve - Redazione di Largo Consumo
osservatorio

Confimprese-Jakala: una frenata dei consumi a ottobre 

Confimprese-Jakala: una frenata dei consumi a ottobre 

L’Osservatorio Consumi Confimprese-Jakala, registra un mese di ottobre negativo con un -3,8% rispetto a ottobre 2022. È il secondo peggiore mese dell’anno dietro a maggio che aveva chiuso a -4,9%.

Continua la fase di flessione del retail che aveva già dato segni di debolezza da maggio in poi. Il sostanziale rallentamento appare ancora più evidente nel confronto con il pre-covid: a ottobre l’indice generale fa, infatti, segnare un -5,1% mensile e un progressivo gennaio-settembre al -3,9%.

Nei settori merceologici si registrano performance negative su tutta la linea. A cominciare dalla ristorazione, che chiude a -1,9%. Si tratta del primo mese dell’anno in negativo ed è un preoccupante campanello d’allarme, in quanto la ristorazione ha mantenuto un andamento positivo e costante per tutto il 2023.

Settori

Ott 23 vs Ott 22

YTD 2023 vs YTD 2022

Abbigliamento/accessori

-3,8%

2,8%

Ristorazione

-1,9%

9,7%

Altro retail

-7,8%

-0,2%

Totale

-3,8%

4,7%

 

Debole abbigliamento-accessori, in flessione del -3,8%, anche in relazione alla prolungata stagione estiva, che non favorisce l’acquisto dei capi invernali. Ancora più difficile l’andamento di altro retail che segna un -7,8%.  

Quanto ai canali di vendita, spicca l’online, con una crescita del +15,1%, ma sono tutti in negativo gli altri: dai centri commerciali a -2,9%, alle high street a -5,3%.  

 

Canali

Ott 23 vs Ott 22

Centri Commerciali

-2,9%

Travel

-0,2%

Online

15,1%

Prossimità

-0,4%

High Street

-5,3%

Totale

-3,8%

In ogni caso, il progressivo anno gennaio-ottobre23 vs gennaio-ottobre22 chiude a +4,7% con una buona performance della ristorazione a +9,7%.  

«Se mai ce ne fosse stata necessità – conferma Mario Maiocchi, direttore centri studi Confimprese – il mese di ottobre conferma la difficoltà dei consumatori nel mantenere i livelli di spesa degli anni precedenti. Con l’incremento inflazionistico cumulato su due anni, pari al +14%, i consumi obbligati quali affitti, energia, trasporti e primari come alimentari e beni di prima necessità, hanno eroso in modo significativo la quota di reddito disponibile per consumi più discrezionali quali abbigliamento, entertainment, beni per la casa, elettronica di consumo e ora anche ristorazione».