Retail nei centri commerciali

Al XIII Retail & Real Estate Italia di Confimprese emerge un retail fisico in trasformazione: meno nuove costruzioni, più rinnovamento dello stock esistente e progetti selettivi. Nel triennio 2025–2028 sono previste 7 aperture e 3 ampliamenti. Lo conferma l’analisi condotta da Reno per Confimprese, presentata nel corso del XIII Retail & Real Estate Confimprese a Rimini

Rispetto al 2019 (16 aperture attese) lo scenario è mutato: rotazione strategica con chiusura dei punti vendita meno performanti e nuove aperture in aree più attrattive. La vacancy si stabilizza tra 3-8%. Tra il 202-2025 il saldo netto è +556 aperture; crescita quasi neutra (+0,22% CAGR). Crescono retail park, high street e prossimità. Il baricentro resta il Nord‑ovest, con più investimenti negli hinterland e nelle città secondarie.

Il centro commerciale è il canale preferito dal 68% dei retailer, ma solo dal 28% dei consumatori; il 42% predilige high street e prossimità.

«Il retail si sta evolvendo e sono sempre più percepiti dai consumatori come spazi polifunzionali per trascorrere del tempo. Non stupisce che sia in aumento lo sviluppo del settore food&beverage e del pet, retaggi del post-covid. Le persone si orientano verso offerte ristorative più economiche senza rinunciare ai consumi fuori casa e mostrano una rinnovata attenzione per gli animali. Del resto, va anche detto che la stabilità dell’inflazione in settembre a +1,6% sul mese precedente è il segnale che il sistema economico italiano dimostra una tenuta maggiore rispetto ad altri Paesi europei, anche grazie a politiche finanziarie stabili e al miglioramento del tasso di occupazione che migliorano l’affidabilità internazionale dell’Italia», osserva Mario Resca, presidente Confimprese.

 Nel confronto europeo, Spagna resta l’unico mercato con reale espansione: 43 nuovi centri in pipeline e vendite retail a +5,9% sul 2024. Regno Unito e Germania mostrano maturità/saturazione con sviluppo fermo, salvo i retail park.