Largo Consumo 6/2025 - Approfondimento - pagina 100 - 1 pagina - Alessandra Apicella
Quale lavoro per i migranti?
Il calo demografico e l’invecchiamento della popolazione, con la conseguente riduzione del numero di persone in età lavorativa, sono trend che preoccupano molti Paesi occidentali. Per ridurne gli impatti socio-economici i fenomeni migratori possono diventare un’opportunità, ma a che condizioni e qual è lo stato dell’arte? L’Area studi di Mediobanca ha provato a fare il punto nel suo studio “Gli impatti economici delle migrazioni: problema o risorsa?”. L’analisi parte da un presupposto: il fenomeno della migrazione non è omogeneo. I migranti economici, che cercano di entrare nel mercato del lavoro, producono effetti diversi rispetto ai rifugiati, ai migranti familiari o a chi non è considerabile forza lavoro, come nel caso dei minori. Per le maggiori economie dell’Ue, che sono tradizionale destinazione degli immigrati – come Italia, Francia e Germania – i dati dell’ultimo decennio indicano che i permessi di soggiorno per motivi lavorativi sono stati il 15% del totale contro il 40% di quelli legati a ricongiungimenti, mentre in altri Paesi dell’Ue più orientati all’integrazione la percentuale dei permessi lavorativi è salita al 57% contro il 14% di quelli familiari.