- Notizia breve - Viviana Persiani
Parmigiano Reggiano alla conquista del Giappone
Il Consorzio del Parmigiano Reggiano vola a Tokyo per lanciare un nuovo progetto di comunicazione triennale dal valore complessivo di oltre 3 milioni di euro e cofinanziato all’80% dall’Unione Europea. Il piano si svilupperà fino al 2028 ed è volto a rafforzare la presenza e la conoscenza della Dop nel suo primo mercato in Asia, che nel 2024, nonostante le difficoltà legate alla svalutazione dello yen, ha segnato un +6,1% con quasi 900 tonnellate esportate.
L’obiettivo del progetto triennale è, da un lato, aumentare la notorietà e l’apprezzamento del Parmigiano Reggiano tra i consumatori giapponesi e, dall’altro, rafforzare la conoscenza tecnica del prodotto tra gli operatori del settore (ristoratori, importatori e buyer) attraverso attività formative e iniziative di divulgazione. Nel corso del progetto sono previste attività sui social media, eventi, partecipazione a fiere, degustazioni e azioni di formazione rivolte al mondo del trade e della ristorazione.
«Il Giappone è un Paese che dimostra una straordinaria sensibilità verso i prodotti autentici, di alta qualità e con una tradizione millenaria come il Parmigiano Reggiano: siamo dunque fieri di lanciare questo progetto, che rappresenta un passo importante nel nostro percorso per rendere la nostra Dop un love brand in tutto il mondo», ha dichiarato Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio. «Il recente accordo di libero scambio EPA tra Unione Europea e Giappone ha rappresentato una svolta: grazie a esso, il Parmigiano Reggiano è stato formalmente riconosciuto come Indicazione geografica protetta nel Paese del Sol Levante. Una tutela importante e a cui vogliamo rispondere con un racconto che unisce cultura, tradizione e spirito artigianale: è questo il senso di “Way of Parmigiano Reggiano”, con cui miriamo a supportare la comunicazione verso il consumatore per creare una maggiore consapevolezza dei valori che rendono unico il nostro prodotto, quali la naturalità, la biodiversità e l’artigianalità della Dop».