- Notizia breve - Viviana Persiani
Osservatorio Federvini: vini, spiriti e aceti tra export in assestamento
L’ultima rilevazione dell’Osservatorio Federvini, curato da Nomisma e TradeLab, fotografa l’andamento di vini, spiriti e aceti nei primi tre trimestri 2025, confermando una filiera solida che reagisce a uno scenario globale complesso affinando la propria capacità competitiva.
Sul fronte internazionale gli USA entrano in una fase di riequilibrio: dopo il picco di ordini del primo trimestre legato all’anticipo dei dazi, l’import rallenta (vino -4,8%, spiriti -5%). Il vino italiano contiene il calo al -2%, meglio di Cile (-6,7%) e Francia (-2,4%), mentre crescono mercati come Germania e Brasile. Negli aceti, pur in flessione globale del 2,7%, emergono soprattutto Corea del Sud e Cina.
«I dati dell’Osservatorio ci consegnano una lettura chiara: siamo di fronte a una ridefinizione della geografia dei consumi, sia fisica che comportamentale. La flessione negli Stati Uniti era attesa e va letta come parte di una dinamica commerciale più ampia, non nei termini di un arretramento strutturale», commenta Giacomo Ponti, Presidente di Federvini.
In Italia la GDO premia qualità e mixology: il vino cresce a valore (+0,9%) grazie alla spinta di bollicine e spumanti (+6% a volume), mentre per gli spiriti il saldo è positivo sia a valore (+0,3%) sia a volume (+0,7%), trainato da aperitivi alcolici (+4,3% a valore) e distillati e acquaviti (+1%). Gli aceti aumentano del 3% a valore, con performance di rilievo per l’Aceto Balsamico di Modena IGP (+2,4%) e l’aceto di mele (+5,5%).
Nel canale Horeca si riduce leggermente la frequenza delle visite (-1,4%), ma cresce il valore (+1,3%), segno di un consumo più selettivo ed esperienziale. Le occasioni serali mostrano una buona tenuta, con il dopocena che registra un aumento delle visite del 2,1%, mentre le bollicine limitano il calo al -3%, confermando la ricerca di momenti di gratificazione di qualità.