- Approfondimento di comunicazione d'Impresa - Viviana Persiani
L’Istituto Italiano Imballaggio, un punto di riferimento per le aziende del settore
L’Istituto Italiano Imballaggio è un network associativo per supportare la supply chain del packaging. Con vari servizi di assistenza garantiti agli associati, in particolare su temi tecnico-giuridici e regolatori, statistici e di sostenibilità. Sotto il profilo operativo, l’associazione è organizzata in help desk per fornire supporto tecnico e regolatorio, una banca dati Wikipackaging tecnico-legislativa e commissioni tecniche. A Ipack-Ima 2025, fiera di riferimento del settore packaging, abbiamo intervistato Alessandra Fazio, Presidente dell'Associazione, riconfermata lo scorso anno per il biennio 2024-2026.
Presidente, come sta andando il mercato dell’imballaggio?
«I dati del preconsuntivo 2024 sono incoraggianti. Infatti, secondo le elaborazioni disponibili, il settore del packaging dovrebbe registrare una crescita della produzione pari all’1,5%, con un volume complessivo che supera le 17.300 tonnellate. La dinamica di crescita, sebbene contenuta, sarà sostenuta da almeno tre fattori. Il primo è legato al settore alimentare che registra una previsione di ripresa, con un incremento dello 0,8%, secondo Prometeia. Importanti sono anche i dati positivi legati all’area del largo consumo, con una crescita stimata al 4%, che contribuirà positivamente al trend generale. Infine, il settore cosmetico dove è confermata un sensibile rialzo pari al 10%, nel 2024, rispetto al 2023, consolidando una tendenza già osservata. Questi fattori combinati delineano un quadro di moderata ripresa per il nostro settore, nel 2024».
Può darci qualche dato sull’andamento del fatturato?
«Il fatturato dell’industria dell’imballaggio, in Italia, dovrebbe superare i 39 miliardi di euro, nel 2024, con una crescita stimata intorno all1,8%. Questo incremento rientra in un trend di ripresa, spiegabile anche come rimbalzo fisiologico dopo la contrazione significativa registrata nel 2023, pari al -5,5%. L’andamento del fatturato è strettamente correlato alla produzione quantitativa, ma con prestazioni che si prevede saranno superiori rispetto ai volumi produttivi».
Quali sono i trend legati al mondo dell’imballaggio?
«Ne individuo cinque. A partire dalla Sostenibilità, con l’utilizzo di materiali e sistemi riciclabili, compostabili. Poi, crescono le Tecnologie avanzate per confezioni intelligenti, tracciabili e a basso impatto ambientale. Importante è anche l’Efficienza logistica, grazie alla riduzione dei volumi e all’ottimizzazione dei formati. Aggiungo il Design esperienziale, che valorizza il prodotto e rafforza la brand identity. Infine, aggiungo la Versatilità, con applicazioni trasversali in diversi settori industriali».
L’Istituto Italiano Imballaggio come risponde alle esigenze sempre maggiori dell’industria?
«Attraverso vari interventi. A partire da un percorso di advocacy per migliorare il posizionamento dell’Istituto Italiano Imballaggio come centro della conoscenza tecnico-scientifica e regolatoria sul packaging e accreditamento presso istituzioni e stakeholders, con l’obiettivo di ampliare il network. La ricaduta attesa è la possibilità di fornire supporto sempre più qualificato e puntuale alle imprese associate. Importante è a che l’uso delle nuove tecnologie, come l’AI, per potenziale i canali di risposta alle aziende associate, in particolare il Chatbot Wikipackaging. Fondamentale è lavorare sull’implementazione delle Commissioni tecniche, tavoli di lavoro che coinvolgono la filiera, analizzano temi tecnici di grande attualità, come la barriera funzionale o la sicurezza dei prodotti e realizzano delle linee guida utili a tutti gli attori coinvolti. Infine, potenziando la nostra presenza in eventi internazionali e la partecipazione ad associazioni europee e globali, per allargare la nostra visione e il network».
Un tema sempre più centrale è quello della sostenibilità. Cosa avete previsto in Istituto?
«In Istituto lo affrontiamo, soprattutto, attraverso l’attività delle commissioni (ambiente, green claims, luxury) e con un programma di formazione articolato e mirato che possa portare cultura all’interno delle aziende. A questo, affianchiamo anche un programma di webinar gratuiti, come, ad esempio, il recente focus sulla Spagna, che ha messo a terra un sistema legislativo che anticipa alcuni dettami del PPWR, come il registro delle imprese o l’aggiornamento sulla plastic tax».
Chiudiamo, Presidente, con qualche numero dell’Istituto e un cenno sui mercati nuovi da penetrare
«A livello di numeri, possiamo contare su 370 associati, che rappresentano l’intera filiera. Vorrei accennare al nuovo mercato trasversale, quello legato ai prodotti di alta gamma, con cui stiamo lavorando a una linea guida che possa essere di supporto alla filiera del lusso, dai produttori di materie prime e packaging per il lusso fino ai brand, in particolare, per ottemperare alle richieste del PPWR».