- Approfondimento di comunicazione d'Impresa - Viviana Persiani
La vicentina SDR PACK punta al packaging dall’alto valore aggiunto
SDR PACK nasce come Sacchettificio di Rosà, da una visione di Giorgio Ferracin che, anticipando i tempi, intuì il fatto che i prodotti alimentari sarebbero stati venduti confezionati e non più avvolti in fogli di carta.
Acquistò uno dei primi estrusori, che all’epoca produceva 12 kg di film in polietilene (PE) all’ora. Per rispondere alle sfide di un mercato sempre più in espansione, l’azienda ha investito per “mettere in campo” un’evoluzione tecnologica e di offerta, accompagnata da un restyling del marchio aziendale che la rispecchiasse: da Sacchettificio di Rosà a SDR PACK.
Il volano di questo cambiamento sono state le tante idee e soluzioni sviluppate da tutto il team e la forte spinta dell’SDR Lab in R&D Dept., laboratorio all’avanguardia per analisi chimico-fisiche su materiali e composizioni. A Ipack-Ima 2025, la kermesse specializzata del packaging, abbiamo incontrato il CEO, Nicolò Ferracin, rappresentante della terza generazione, partendo dalla loro partecipazione alla fiera.
«Siamo contenti di come sta andando la manifestazione. Ci sono espositori di livello, quindi un bel contesto anche in relazione ai competitor, coi quali, negli anni, abbiamo consolidato un rapporto e di rispetto reciproco. Abbiamo avuto una buona affluenza allo stand, con appuntamenti fissati con clienti consolidati coi quali stiamo portando avanti diversi progetti legati al tema della riciclabilità. Oltre a visite di rappresentanti dall’estero, dall’ Europa e dall’ Asia.
Lavoriamo sul flessibile da più di 40 anni, rispondendo alle esigenze del cliente, come quella di avere un packaging resistente, con una lunga shelf life. Oggi, a questa necessità, si è aggiunta quella primaria della riciclabilità del packaging. Infatti, SDR Pack, con i big player, sta portando avanti, grazie allo sviluppo dell’ R&D Dept. e all’implementazione dell’SDR Lab il tema del passaggio da prodotto convenzionale a quello riciclabile, ovvero monomateriali, monopolimero. Siamo ormai quasi all’80% della copertura sui film riciclabili nei nostri settori di punta.»
Il core business di SDR PACK è il food. Come spiega Nicolò Ferracin, «Più dell’80% del nostro fatturato è legato a questo settore, il rimanente “NO FOOD” si orienta sulla cosmetica, pet food e componentistica. Il nostro aim è quello di creare packaging dall’alto valore aggiunto. Lavoriamo tanto dove c’è la necessità di avere un packaging tecnico e innovativo per garantire la shelf-life, conservazione del prodotto e sostenibilità. In questa fiera abbiamo presentato tutte le soluzioni riciclabili per i nostri settori di riferimento, quali: pasta fresca, latticini, surgelati, farine-legumi-cereali, prodotti da forno. Link ai nostri ultimi progetti.
Il mercato del packaging flessibile è sempre più esigente e noi ci stiamo evolvendo: il passaggio che abbiamo fatto fino ad ora è quello da film convenzionale a film riciclabile; il prossimo step sarà quello di inserire un contenuto minimo di materiale riciclato (PCR). Alcune normative europee, in particolare il PPWR, permettono di accelerare il cambiamento, rendendolo settoriale e concretizzandolo con direttive e tempistiche regolamentate, dando valore all’innovazione del packaging che, ora più che mai, non si limita senz’altro al mero costo».
Lo sviluppo dei nostri progetti parte sempre dall’ascolto del cliente: «Nel settore alimentare, stiamo puntando sempre più a comprendere le esigenze del consumatore finale, che avendo sempre meno tempo, ricerca sempre più soluzioni pronte. Il ready to eat rappresenta, dal punto di vista tecnico, l’evoluzione in atto. Il nostro compito è sviluppare imballaggi flessibili pensati per questi nuovi alimenti, oggi estremamente richiesti dal mercato.
Un altro settore che rispecchia un prodotto dall’alto valore aggiunto è quello del Pet food, una categoria che serviamo e stiamo sempre più sviluppando».
«SDR Pack – conclude il CEO Ferracin – è un’azienda con circa 140 dipendenti, 600 clienti attivi e un fatturato che quest’anno è stimato intorno ai 40 milioni di euro. Stiamo integrando diverse funzioni e ruoli aziendali per crescere ancora, inserendo persone in grado di portare valore. Investiamo molto nella formazione interna, per far evolvere i nostri collaboratori e renderli parte attiva del nostro percorso».