Largo Consumo 6/2025 - Approfondimento - pagina 86 - 2 pagine - Maria Letizia Mele
La psicologia sullo scaffale
Sono passati più di vent’anni da quando Ale Smidts, Professore di Marketing research e Direttore del Centro di Neuroeconomia alla Rotterdam School of Management, coniò il termine neuromarketing, definendolo come lo studio dei meccanismi cerebrali che sono alla base dei comportamenti di acquisto dei consumatori. Era il 2002 e da allora il neuromarketing si è evoluto di pari passo con le neuroscienze, di cui utilizza metodi e strumenti per misurare le emozioni dei consumatori attraverso la rilevazione di parametri fisiologici come il battito cardiaco, la respirazione, i movimenti oculari (eyetracking), la sudorazione. Dati oggettivi, metodologia scientifica e ricerca multidisciplinare sono i punti di forza di questa disciplina, che pure, almeno all’inizio, ha dovuto smentire chi riteneva il neuromarketing capace di manipolare le persone, ipotizzando che riuscisse ad attivare un presunto “bottone dell’acquisto” nel cervello.