19/05/2023
- Approfondimento - Redazione di Largo Consumo
TUTTOFOOD 2023

Centro Carne Teramo e il suo progetto controtendenza

Centro Carne Teramo e il suo progetto controtendenza

Può il settore delle carni essere sostenibile? A TUTTOFOOD il Centro Carne Teramo presenta la qualità e il sapore di un prodotto100% abruzzese. Un’italiana fuori dal coro: così è definita la Manzetta d’Abruzzo attorno alla quale si è sviluppato un progetto legato alla sostenibilità e alla salute.

Come spiega Claudia Corradetti, Direttore del Marketing presso Centro Carne Teramo «Con questo progetto vogliamo portare avanti le nostre idee, perché vogliamo andare controtendenza, forti del nostro valore».

 In uno scenario in continuo mutamento, il consumatore è cambiato e così anche il consumo di carne si abbassato. Oggi chi consuma carne cerca la qualità. Il consumatore attento alla sostenibilità e per questo sceglie il made in Italy. Il nostro progetto legato alla Manzetta d’Abruzzo rappresenta un’iniziativa che punta a valorizzare proprio la sostenibilità e la salubrità delle nostre carni.

Il Prof. Carlo Angelo Sgoifo Rossi, del Dipartimento di Medicina Veterinaria e Scienze Animali dell’Università degli Studi di Milano, a TuttoFood spiega: “I capi allevati nella filiera “Manzetta d’Abruzzo” vengono principalmente nutriti con alimenti locali, che beneficiano delle peculiarità del territorio”. Non è un aspetto marginale perché influenza i prodotti che ne derivano. “La carne non è mai uguale ma si arricchisce di componenti specifiche legate al territorio e agli alimenti, acqua inclusa”. E questo avviene anche con la Manzetta d’Abruzzo, che ha il vantaggio di essere allevata localmente e della quale si conosce ogni dettaglio della sua storia e non solo sanitaria. “Al crescere dell’età, si verifica un aumento non solo del collagene in toto, cioè la componente che rende la carne tenace, ma in particolare della quota di collagene insolubile, durissimo da masticare anche dopo lunghe frollature o cotture. Cosa che non capita con la Manzetta d’Abruzzo che raggiunge il suo stato di ingrassamento ottimale a 17 mesi”. Un vantaggio rispetto ad allevatori che nutrono per 6-7 anni un animale, per arrivare a un particolare tipo di grasso, in un processo produttivo antieconomico. “La Manzetta d’Abruzzo si allontana dall’errore comune di scimmiottare gli altri, dequalificandosi, seguendo un percorso che porterà al baratro e cioè quello di esasperare la marezzatura. La Manzetta d’Abruzzo, a riguardo, si fregia di essere adeguatamente magra e adeguatamente grassa”.