27/03/2023
Largo Consumo 3/2023 - Approfondimento - pagina 102 - 2 pagine - Carlo Sala
Lavoro agile

Il telelavoro c’era già prima del Covid

Il telelavoro c’era già prima del Covid

Pioniere del lavoro da remoto è stata Barilla, che ha intrapreso questa strada già nel 2013, come ricorda il Responsabile comunicazione Andrea Belli. I 1.200 dipendenti che nel primo triennio dell’iniziativa hanno optato per lo smart working – soprattutto donne tra i 30 e i 55 anni e personale distante dall’ufficio più di 25 chilometri – avevano peraltro indotto l’azienda emiliana a estendere il lavoro da remoto a tutto il personale e senza centellinare le giornate durante la settimana in cui era consentito, a partire proprio dal 2020, che ancora non si sapeva avrebbe di fatto imposto quella modalità operativa. A partire dal 1° gennaio scorso, per legge, lo smart working deve essere esplicitamente concordato tra datore di lavoro e lavoratore. Ma già quando nel 2018, dopo una sperimentazione su un centinaio di persone, lo introdusse per 350 lavoratori ad Alba per un giorno alla settimana, Ferrero, come ricorda il Responsabile delle relazioni esterne Massimo Castiglia, concordò con i sindacati Fai, Flai e Uila le modalità con cui svolgere le proprie mansioni senza recarsi in sede.

Argomenti

Citati in questo articolo:
Inapp, Belli Andrea, Castiglia Massimo, Finocchiaro Myriam, Ruggiero Fabrizio, Barilla, Ferrero, Lavazza, Granarolo, Nestlé, Fai, Flai, Uila, Contini Enrico, Edenred Italia, Piantoni Giacomo