Largo Consumo 6/2025 - Approfondimento - pagina 114 - 2 pagine - Ubaldo Sedda
Il petrolio scivola via
Nonostante l’ampia diffusione di termini come transizione energetica e decarbonizzazione, nell’immaginario collettivo il petrolio resta forse la fonte simbolo dell’intero settore energetico, soprattutto quando si parla di prezzi e costi. Ma quanto è ancora effettivamente importante questa risorsa? Sicuramente il passaggio alle fonti energetiche pulite sta avvenendo in maniera più lenta rispetto a quanto era lecito attendersi alcuni anni fa, con conseguenze estremamente pesanti anche dal punto di vista del cambiamento climatico. Anche in un Paese sviluppato come l’Italia, nel 2024 il petrolio si è confermato come la prima fonte di energia, con un peso di circa il 39% sui consumi energetici nazionali, mostrando addirittura un progresso dell’1,7% rispetto all’anno precedente, dovuto in larga parte alla ripresa dei carburanti e più in generale dei prodotti per la mobilità. Allo stesso tempo, però, siamo in una fase in cui il petrolio non è più la star incontrastata del panorama energetico globale, per effetto della concorrenza del gas e dell’avanzata (seppure lenta) delle fonti pulite. Non a caso, secondo quanto segnala la Iea (International Energy Agency), la quota del petrolio nella domanda energetica globale è scesa per la prima volta sotto il 30%, lontana dal picco del 46% raggiunto 50 anni fa. Attenzione, però: la diminuzione della quota non significa che ci sia stato un calo della domanda di greggio ma che, in un contesto in cui il fabbisogno energetico globale è decisamente più elevato che nel passato, ci sono altre fonti – a partire dal gas – che hanno assorbito la gran parte di tale incremento.