30/05/2025
- Approfondimento di comunicazione d'Impresa - Viviana Persiani
digital signage

Il digital signage è il futuro, parola di Nicolis Project

Il digital signage è il futuro, parola di Nicolis Project

Parola d’ordine: digitalizzazione. E il retail, nella sua corsa verso il cambiamento e l’innovazione, non può fare altro che aprire le sue porte a questo termine che porta con sé nuove prospettive e ambizioni. Come quelle presentate da Vincenzo Parisi, Chief Commercial Officer di Nicolis Project che, con lungimiranza, sta lavorando con grande passione per trasformare l’esperienza di acquisto dei consumatori per renderla unica: «Per la prima volta abbiamo partecipato a Mapic Italy, considerandolo un’occasione utile per valutare l’interesse del mercato verso le nostre soluzioni, rivolte sia ad aziende di diversi settori sia alle proprietà di gallerie commerciali. Abbiamo avviato contatti promettenti che ora intendiamo sviluppare”.

Nicolis Project è molto presente nel mondo della GDO, nostro habitat naturale, ma da qualche mese abbiamo strategicamente deciso di approcciare il mercato del fashion. A piccoli passi, siamo arrivati a intercettare le associazioni e degli show room. Nicolis Project vanta una una lunga storia nel settore della Grande Distribuzione Organizzata, ambito in cui operiamo da tempo con competenza e profonda conoscenza del contesto. Parallelamente però, negli ultimi mesi abbiamo avviato un percorso strategico di ampliamento verso nuovi settori, in particolare quello del fashion. Con un approccio graduale e mirato, stiamo iniziando a dialogare con associazioni di categoria e showroom, con l’obiettivo di portare anche in questo ambito il valore dell’innovazione digitale. Abbiamo preso parte alla Fashion Week e ad altre importanti manifestazioni di moda a Parigi, con l’obiettivo di avviare un dialogo costruttivo sull’integrazione delle tecnologie digitali in un settore che, pur nella sua continua evoluzione, non ha ancora pienamente riconosciuto il potenziale della tecnologia instore. Stiamo cercando di mostrare come la tecnologia possa aiutare questi grandi brand a proporre le loro collezioni in modo alternativo e più efficace. Il nostro scopo è intercettare il settore moda di alto livello, brand noti a livello internazionale e show room dove la tecnologia e i device possono dare una grande mano. Oggi questo mondo è abituato alle grandi sfilate, ma la tecnologia permette di illustrare il catalogo intero in modo immediato, immersivo e personalizzabile, migliorando l’esperienza del cliente e ampliando le possibilità di interazione con il brand.

Uno sguardo sempre rivolto all’orizzonte, grazie alla versatilità del digital signage.  «La nostra proposta per il settore fashion – spiega Parisi – si ispira a quella già collaudata nella GDO, che rappresenta il nostro core business, seppur con caratteristiche di nicchia. Al centro del nostro ecosistema c’è il nostro software proprietario Profimax Cloud che consente la gestione integrata di diversi dispositivi. Nella Grande Distribuzione, abbiamo consolidato la nostra presenza attraverso soluzioni come etichette elettroniche, totem digitali per i reparti assistiti, oltre a led wall e video wall per la comunicazione visiva. Nel mondo del fashion, l’approccio rimane tecnologicamente affine, ma viene declinato in modo mirato per rispondere alle esigenze di un mercato profondamente diverso. Le nostre soluzioni, infatti, sono pensate per valorizzare l’esperienza in-store, creando ambienti immersivi e sempre più personalizzati, dove il cliente diventa protagonista di un’interazione innovativa e coinvolgente con il brand. Le nostre soluzioni di digital signage rappresentano, infatti, risposte che possono essere adottate in diversi contesti di retail di differenti categorie, così come nei centri commerciali. Non a caso, ci piacerebbe anche ampliare il nostro orizzonte verso società di gestione.

La nostra proposta si arricchisce anche grazie a partnership strategiche, come quella che abbiamo chiuso lo scorso anno con ArredoLuce di Verona, azienda specializzata in progetti di light design, con l’obiettivo di offrire soluzioni ancora più complete e personalizzate nella gestione degli spazi retail. In molti casi, i layout dei punti vendita vengono progettati senza una visione integrata, trascurando elementi fondamentali come l’illuminazione. Eppure, una luce studiata ad hoc è in grado di valorizzare non solo gli ambienti ma anche i prodotti contribuendo in modo determinante a migliorare l’esperienza del cliente».

Una proposta unica targata Nicolis Project: «La versatilità del nostro sistema rappresenta un vero plus: il nostro software si adatta alle diverse categorie, gestendo non solo i device Nicolis Project che proponiamo, ma è in grado di integrare anche dispositivi di terze parti, già presenti nel punto vendita. Questa è la fortuna di avere un software di nostra proprietà, un reparto di programmazione a Verona e uno in India dove riusciamo a verticalizzare una nostra soluzione standard e adattarla al contesto del cliente.  La soluzione, dunque, può essere applicata in tantissimi contesti. Non a caso stiamo procedendo con un’attività commerciale che vada a penetrare il mondo del fashion, ma anche quella dei centri commerciali, di musei e di aeroportiLa nostra visione non si limita al mercato italiano e spagnolo. Stiamo infatti portando avanti un percorso di espansione internazionale, con una strategia che prevede la diffusione del nostro approccio innovativo anche in altre realtà europee. Abbiamo avviato investimenti mirati per consolidare la nostra presenza oltreconfine e, dopo la partecipazione a Mapic, intendiamo proseguire il confronto con nuovi mercati attraverso ulteriori manifestazioni di settore».

Parisi, spiega del dettaglio il vantaggio di adottare una soluzione made in Nicolis Project: «Aiutiamo il cliente con la tecnologia. È importante avere a disposizione i dati, ma anche saperli gestire. Le grandi aziende, anche quelle molto strutturate, fanno fatica a gestire il dato. Oggi, i dati che possiamo recepire dai device sono tantissimi. Il rischio è che, nella quantità, non si riescano a vedere e nemmeno ad interpretare. Ecco perché aiutiamo i nostri clienti mettendo a loro disposizione consulenze aggiuntive alla nostra soluzione, offerte da società specializzate. Anche finalizzate alla semplice gestione del layout del punto vendita. Le neuroscienze, da questo punto di vista, negli anni, hanno fatto capire che gli strumenti digitali – che aiutano a capire il prodotto, che suggeriscono come il reparto vada allestito e collocato all’interno dello spazio del retail e offrono indicazioni su quali tipo di soluzione illuminotecnica adottare – possono cambiare l’approccio e anche il fatturato. Il concetto che cerchiamo di spiegare è l’automazione anche nell’utilizzo della tecnologia.

 Le soluzioni che offriamo sono progettate su misura, grazie a un ascolto attento e costante delle esigenze del cliente: questo rappresenta il valore distintivo che ci differenzia sul mercato. Ad esempio, nel settore delle etichette elettroniche, vantiamo 16 brevetti, molti dei quali sono nati da idee direttamente suggerite dai clienti, in particolare da chi opera quotidianamente sul punto vendita. Il nostro processo prevede un’interazione costante con il cliente, a partire dall’ascolto delle sue esigenze fino allo sviluppo su misura dei progetti. In questo contesto, la comunicazione rappresenta un elemento cruciale».

L’importanza dei contenuti: «Oggi ci sono soluzioni video wall, lead wall ledwall, abbiamo il biposter bposter, nuovissimo dispositivo con tecnologia led mobile, che permette di essere spostato con semplicità dove si desidera . La comunicazione digitale funziona, ma solo se dietro esiste un lavoro ragionato e una serie di contenuti che devono essere cambiati proprio per sviluppare l’interazione coi clienti dei retail. Così anche una serie di accessori come quelle telecamere che individuano i comportamenti dei consumatori - l’età, il tempo di osservazione, gli orari di massima affluenza di fruizione di quel device – segmentando così il target. Oggi, attraverso il software riusciamo a gestire e a programmare la produttività dei clienti. Gli investimenti sono importanti, ma occorre valutare i vantaggi in termini di produttività. E possiamo misurare i risultati attraverso il ritorno dei clienti. Il termometro più forte è il loro reddito.

I clienti della Gdo, ad esempio, sono molto attenti prima di disporre budget per gli investimenti nella tecnologia, ma quando gli imprenditori vedono il ritorno e la produttività ne giova, non hanno nessun problema ad aumentare le quote.  Nel mondo del fashion siamo giovani, ma siamo entrati dalla porta principale». La comunicazione digitale è veramente efficace solo se supportata da un lavoro strategico e da contenuti dinamici, pensati appositamente per stimolare l’interazione con i clienti nei punti vendita. Anche strumenti come le telecamere che analizzano i comportamenti dei consumatori — rilevando dati quali età, tempo di osservazione e orari di maggiore affluenza — permettono di segmentare con precisione il target di riferimento. Grazie al nostro software, oggi è possibile gestire e programmare in modo mirato la produttività dei clienti.

Sebbene gli investimenti siano significativi, è fondamentale valutarne i benefici in termini di efficienza operativa. I risultati si misurano concretamente nel ritorno dei clienti: il parametro più rilevante resta infatti la redditività. Nel settore della Grande Distribuzione Organizzata, ad esempio, i clienti valutano attentamente ogni budget destinato alla tecnologia, ma una volta riscontrati i benefici in termini di produttività, non esitano a incrementare gli investimenti».

«Nel settore della GDO competiamo con diversi player nel mercato delle etichette elettroniche, ma la nostra offerta si distingue per l’integrazione del digital signage e per un software proprietario (Profimax Cloud) che ci consente di gestire soluzioni trasversali, adattabili a molteplici settori. E sarà la bravura dell’azienda ad andare a sviluppare, a livello commerciale e di operations, delle piccole business unit adatte a ogni singolo mercato. Gli approcci commerciale e comunicativo si adegueranno in funzione del settore che andremo a intercettare. Gli interlocutori cambiano e noi ci adattiamo. Nei prossimi 5-10 anni il digital signage esploderà, e noi ci posizioniamo in prima linea per rispondere efficacemente sia alle esigenze del mercato».