- Approfondimento di comunicazione d'Impresa - Viviana Persiani
Fives Intralogistics guarda al mercato italiano
Fives Intralogistics, fondata nel 1957, con sede a Lonate Pozzolo a pochi km dall’aeroporto di Milano Malpensa, fornisce soluzioni per lo smistamento delle merci e l’automazione dei magazzini. L’azienda è parte del gruppo Fives , che progetta e produce macchine, apparecchiature di processo e linee di produzione per i più grandi gruppi industriali del mondo. Spaziando in numerosi settori: aerospaziale, alluminio, automotive, cemento e minerali, chimico e petrolchimico, energia, meccanica generale, vetro, logistica, petrolio e gas, acciaio, zucchero. Vincenzo Guerra, Chief Sales Officer ci ha presentato una realtà in continuo divenire presso lo stand di Fives, allestito a Intralogistica Italia 2025, la fiera per il materials handling e il warehouse management.
«L’azienda ha una proposizione internazionale. Il nostro è un mercato prettamente europeo, ma arriviamo anche in America, Medio Oriente, Asia e Oceania e Africa. La tecnologia di automazione ad alto livello che proponiamo, richiede mercati maturi, dove c’è un bisogno specifico di passare da lavorazioni di tipo manuale ad altre dove l’automazione è importante. Questo accade in mercati dove, tipicamente, la manodopera non è più a basso costo. Siamo, tuttavia, molto interessati a riacquisire quella posizione di leadership che in Italia si è un po’ persa nel tempo – a causa di un orientamento più internazionale».
Questo è uno dei motivi che ha portato Fives a Intralogistica Italia, per poter raccontare le potenzialità di una azienda pronta ad aumentare gli investimenti sul mercato italiano.
«Nei primi anni nei quali l’azienda si presentava sul mercato dell’automazione, la proposta di Fives era un po’ un unicum. Il primo mercato è stato quello italiano, per clienti con una esigenza specifica, ma che poi, magari, una volta soddisfatta, non l’hanno ripetuta nel tempo. Abbiamo installato diversi sistemi, che ancora oggi sono in funzione, seguendo filoni di clienti più continuativi. Come, ad esempio, gli enti postali italiani coi quali abbiamo lavorato molto. Tuttavia, una volta automatizzato il servizio, non hanno fatto ulteriori investimenti. Ci siamo quindi orientati verso clienti continuativi con maggiori volumi d’affari, presenti nei mercati francesi e del Nord Europa, dove le poste funzionano anche come provider di servizi ultimo miglio per gli operatori e-commerce che non riescono ad arrivare alla destinazione finale.
L’e-commerce è un altro grosso business in cui siamo attivi, con soluzioni complete per lo smistamento del prodotto parcel, oltre a presidiare il mercato pur minore del fashion retail».
Fives, quindi è presente nei settori parcel and courier, e-commerce e fashion retail. «Gli operatori postali dei parcels a volte, dove non riescono ad arrivare direttamente, forniscono servizi ultimo miglio. Il network della rete postale è considerato un plus e viene automatizzato per essere vicini all’esigenza del consumatore. Questo ha creato per noi un mercato di maggiore interesse nei territori francese, tedesco, e nordeuropeo (dove è più difficile arrivare), un po’ meno in ambito Italia. Questo perché il mercato italiano ha avuto una curva di crescita molto veloce 15-20 anni fa e poi si è seduto su quel livello di tecnologia che era stato lanciato. Oggi, sta un po’ ripartendo, sia all’interno di grandi centri dove investitori come Poste Italiane, stanno, piano piano, automatizzando, sia di corrieri che sono costretti ad introdurre l’automazione perché il costo della manodopera è cambiato.
Davanti a queste nuove esigenze, l’intenzione di Fives è quella di essere presenti sul mercato italiano. Restiamo un’azienda con ambizioni di internazionalità, ma con una forte volontà di un riposizionamento in Italia e questa fiera ci offre l’opportunità di avere una vetrina e l’occasione per scambiare informazioni con partner e competitor».
Qual è il meccanismo per ricevere una commessa d’ordine?
«Sul mercato della logistica – continua Guerra -, generalmente, è il cliente che cerca l’azienda che possa fornire il servizio. Si fa la differenza quando si riesce ad anticipare il bisogno di un potenziale cliente, proponendogli la soluzione migliore.
Questa è la nostra ambizione: riuscire ad arrivare a dialogare con aziende che sono nella transizione tra il desiderio di innovare e la necessità di automatizzare. In questi casi, noi possiamo trasferire la tecnologia e le lessons learned che abbiamo acquisito con altri progetti.
Se la Fives è conosciuta per i sistemi molto complessi, articolati, costosi, è nostra intenzione allargare la nostra posizione anche a sistemi un pochino più piccoli, più vicini a una esigenza di automazione iniziale. La volontà è quella di essere vicini e puntare alla consequenzialità della nostra proposta. Non rappresenta un extra costo, perché il modello della nostra azienda è quello di fare offerte molto dettagliate a tutti quelli che ce le chiedono, mettendoci a disposizione di un mercato più ampio possibile. Proponiamo nostre soluzioni e integriamo soluzioni del mercato.
L’azienda investe abbastanza in ricerca e sviluppo, con due ambiti principali. Uno è il miglioramento continuo dei prodotti che sono a catalogo, che è necessario per mantenere le alte prestazioni della tecnologia e la competitività. l’altro è l’analisi delle esigenze del mercato ascoltando i nostri clienti allo scopo di sviluppare, nell’ambito di quella che è la nostra proposizione, prodotti innovativi che siano in linea con nuovi mercati, oppure nuove applicazioni all’interno di mercati già esistenti».
A volte l’input arriva da clienti specifici. «Amazon, ad esempio, propone teoricamente delle soluzioni che possano facilitare il proprio business e poi cerca quei fornitori in grado di sostenere Amazon in questi percorsi di innovazione.
La nostra idea è quella di prendere spunto da input simili e provare a sviluppare automazione che sia vendibile al singolo cliente, così come a un mercato intero.
Per fare un esempio: al nostro stand qui a Intralogistica Italia, stiamo offrendo una bevanda confezionata in una lattina che abbiamo pensato di personalizzare appositamente per promuovere un nostro nuovo prodotto. La lattina ricorda la forma e l’aspetto di un componente speciale, il GENI-Bee, che si trova all’interno di un prodotto che abbiamo sviluppato e lanciato di recente.
Si tratta di un prodotto che si chiama GENI-Hive alquanto innovativo che riesce a modificare dei flussi di pacchi in movimento, trasformando una massa disordinata di oggetti in una sequenza di pacchi ben orientati e allineati. Questo processo si chiama singolarizzazione e normalmente si ottiene con macchine molto più grandi. Il nostro GENI-Hive, invece, occupa uno spazio ridotto: è una macchina molto compatta, ad altissime performance, che permette delle installazioni automatizzate anche in ambienti con dimensioni ridotte, pur mantenendo le caratteristiche e le prestazioni tipiche delle nostre tecnologie ad alta capacità. Inoltre, stiamo sviluppando ed investendo in robotica. Certo, mettere un robot al posto di una persona costa, ma si parla di investimento a lungo termine. Non c’è dubbio che l’essere umano abbia capacità migliori rispetto al robot. Perciò, puntiamo a portare il valore che c’è dietro un’applicazione robotica all’interno di un sistema, offrendo a quest’ultimo la possibilità di influenzare l’applicazione robotica con l’obiettivo di proporre una evoluzione».
Come conclude Guerra: «In Italia, la nostra azienda conta circa 500 dipendenti e fatturiamo circa 200 milioni di euro. Siamo all’interno di un gruppo molto più grande, che raccoglie tante aziende che si occupano di linee di business differenti. Scelta che ha permesso agli investitori di assorbire le oscillazioni dei singoli mercati. La divisione intralogistica è fatta da un migliaio di persone, dislocate in Italia, in Nord America e in Giappone, oltre a due aziende satelliti francesi che fanno parte del circuito europeo, ma che si occupano principalmente di magazzini per il cibo, con una rappresentanza in Italia».
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