Largo Consumo 2/2023 - Approfondimento - pagina 77 - 5 pagine - Paola Piovesana
Il bio in cerca di una nuova identità
Il 14 dicembre a Bologna, Largo Consumo ha moderato l’incontro promosso da Assobio con Ismea (Istituto di servizi per il mercato agricolo), hanno messo attorno a un tavolo manager di primarie aziende di produzione, distribuzione e trasformazione per confrontarsi sul tema “Il presente e il futuro del biologico”. L’Italia sembra inchiodata al 3,2% dei consumi, mentre in Europa il valore è al doppio, con fenomeni di export sempre crescenti verso mercati evidentemente più maturi, recettivi e remunerativi di quello interno. Il gap di prezzo rispetto al convenzionale, accompagnato da una poca conoscenza dei suoi fattori valoriali, restano ostacoli concreti, in una filiera che non riesce a fare squadra e a raccontarsi davvero. L’industria porta proposte nuove ma trova poco spazio a scaffale, mentre il brand ha nella private label un concorrente temibile. Sullo scaffale o nelle isole dedicate il prodotto bio vuole giocarsela ad armi pari con la proposta convenzionale, lasciando a chi acquista la scelta. La distribuzione è sensibile ai temi che il bio incarna, ma deve far tornare i conti tra vendite, margini e assortimenti senza scontentare nessun fornitore. Il bio insomma, food e non food, si trova a sgomitare per un riposizionamento identitario forte, cercando di presidiare sia il canale specializzato sia la Gdo, discount compreso.