Una rivoluzione solo parzialmente reversibile

La grave emergenza pandemica esplosa nei primi mesi del 2020 è andata a impattare anche sulle abitudini e sulle modalità di acquisto dei consumatori, sia in Italia che all’estero. Le misure restrittive rivolte al contenimento dei contagi e il conseguente lockdown hanno indotto i consumatori a rivolgersi in modo crescente al canale digitale per effettuare i propri acquisti food e non food. Le ripercussioni sui processi distributivi e sulla shopping experience si sono palesate, praticamente, fin da subito, simultaneamente anche all’inevitabile pressione sul versante logistico per la consegna dei prodotti. Quindi, lo scenario che è andato delineandosi ha visto e vede tuttora, seppure con minore intensità rispetto al 2020, sia gli operatori del comparto distributivo che i consumatori rimodulare il loro approccio rivolto alle transazioni on line, evidenziando, senza dubbio, una vera e propria svolta epocale. Pertanto, è più che legittimo parlare di un avvenuto passaggio di tipo culturale e, al tempo stesso, operativo che ha coinvolto, forzatamente, tutti gli attori della filiera del largo consumo.