21/12/2021
largo consumo 12/2021 - Notizia breve di comunicazione d'Impresa - Pubblicato online
Focus

Un accordo di filiera per riciclare gli imballaggi flessibili

Un accordo di filiera per riciclare gli imballaggi flessibili

Recuperare e riciclare circa 50 mila tonnellate di materie plastiche da destinare a una seconda vita, ipotizzando, come target di partenza, un recupero e riciclo del 50% di imballaggi flessibili raccolti. È il primo obiettivo del protocollo d'intesa siglato tra Paolo Barilla, vicepresidente di Unione Italiana Food, Alberto Palaveri, presidente di Giflex e Riccardo Cavanna, vicepresidente di Ucima. L’accordo, unico nel suo genere fra le tre associazioni, è stato siglato alla presenza del ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti e del sottosegretario al ministero della Transizione Ecologica, Vannia Gava.

L'intesa

Con la sigla di questo protocollo, le associazioni si impegnano, entro gennaio 2022, a organizzare un primo tavolo di lavoro tecnico, con membri di altissimo profilo provenienti dalla filiera, per analizzare i problemi che ostacolano la sostenibilità e riciclabilità degli imballaggi flessibili ed elaborare possibili soluzioni. Al tavolo verranno invitati anche i funzionari del Mise, del Mite, del Conai e del Corepla. Le sinergie, frutto del protocollo d’intesa, saranno poi alla base della costituzione di una serie di gruppi di lavoro che si occuperanno, tra le altre cose, di verificare quali interventi tecnologici possano essere operati sulle linee di produzione di packaging e su quelle confezionatrici per rendere possibile l’utilizzo di nuovi materiali e di studiare soluzioni tecnologiche per migliorare i sistemi automatici di selezione e pretrattamento dei rifiuti di imballaggi in plastica ed evitare che vengano inviati in discarica o all’incenerimento. Ipotizzando, come target di partenza, un recupero e riciclo del 50% di imballaggi flessibili raccolti, un primo obiettivo sarà quello di recuperare circa 50 mila tonnellate di materie plastiche da destinare a una seconda vita.

Gli ostacoli alla sostenibilità nel mercato degli imballaggi flessibili

L’effettivo avvio a riciclo degli imballaggi flessibili, anche alla luce dell’ampio utilizzo che se ne fa, rappresenta una sfida che impegna tutti gli attori in campo e in particolare tre comparti che, nel complesso, sviluppano un fatturato di oltre 50 miliardi di euro: dai produttori di macchinari per la realizzazione di questo imballaggio, alle aziende produttrici di imballaggi flessibili, fino al settore alimentare che ne è uno dei principali utilizzatori. Sebbene il 70% degli imballaggi flessibili sia riciclabile, alcuni ostacoli tecnici ne impediscono l’effettivo avvio a riciclo. Le tecnologie che selezionano i diversi imballaggi plastici, per esempio, presentano limiti nel riconoscimento dei materiali di cui sono composti, sia per le dimensioni degli imballi stessi sia per alcune caratteristiche, come la metallizzazione dei film. Questo fa sì che anche gli imballi 100% riciclabili non vengano di fatto riciclati: in Italia oltre il 50% dei materiali plastici (inclusi gli imballaggi flessibili) viene raccolto come rifiuti plastici misti, ma non tutto può essere recuperato e di conseguenza viene inviato in discarica o all’incenerimento.
Affinché gli imballaggi flessibili possano passare da “riciclabili” a “riciclati” sarà necessario, inoltre, risolvere alcuni aspetti: in primo luogo la ricerca di mercati di sbocco alternativi all’alimentare, visto che - con rare eccezioni - la legge impedisce di usare plastica riciclata negli imballaggi destinati agli alimenti. C’è poi un tema di gestione dell’imballaggio flessibile post-consumo da parte dei Comuni che, nonostante la riciclabilità, chiedono di conferire i film plastici nella frazione indifferenziata. Infine, c’è la grande questione delle tecnologie e della ricerca: trovare materiali sostitutivi o riconvertire strumenti e macchinari sono operazioni gravose dal punto di vista economico e soprattutto non sempre sono strade tecnicamente percorribili.
Secondo il Piano per l’Economia Circolare dell’Unione Europea, entro il 2025 il 50% degli imballaggi plastici dovrà essere riciclabile, mentre entro il 2030 tutti gli imballaggi sul mercato dell'UE dovranno essere riutilizzabili o riciclabili in modo economicamente sostenibile. L’accordo tra Unione Italiana Food, Giflex e Ucima si profila, dunque, come un tentativo unico nel suo genere. Lo scopo è mettere a sistema competenze e conoscenze per il raggiungimento degli obiettivi globali ed europei di riduzione delle emissioni e diffondere soluzioni di economia circolare capaci di garantire il consolidamento di un sistema alimentare equo, sano e rispettoso dell’ambiente.

Argomenti

Citati in questo articolo:
Gava Vannia, Giorgetti Giancarlo, Ucima, Giflex, Barilla Paolo, Palaveri Alberto, Cavanna Riccardo, Unione Italiana Food