- Approfondimento di comunicazione d'Impresa - Redazione di Largo Consumo
Maniva, l’acqua buona che preserva l’ambiente
Unica realtà industriale della valle, al centro delle Alpi Retiche, a poca distanza dal borgo medievale di Bagolino, Maniva Spa si occupa di imbottigliare la preziosa acqua che sgorga dal monte omonimo, preservando la bellezza dell’ambiente naturale nel quale è perfettamente integrata.
Lo si può capire dall’amore che trapela delle parole dell’Amministratore Delegato Michele Foglio che, guidato dalla passione, presenta l’ambizioso Piano Triennale di investimenti 2023-2025, per la realizzazione del quale sono stati messi a disposizione 12 milioni di euro. «Siamo solo a metà strada del nostro percorso che permetterà a Maniva di abbracciare progetti volti alla sostenibilità. In ottica sempre più green, infatti, si prevede, anzitutto, l’acquisto di una nuova linea di imbottigliamento. Il costo non è irrisorio, ma è importante sostituire quella storica che ci accompagna dal lontano ’98, ormai obsoleta e datata, in ottica di sostenibilità. La linea che andremo ad installare, frutto di evoluzione tecnologica, ci offrirà un’ulteriore spinta. Oltre a una capacità produttiva raddoppiata, sarà una soluzione che ci permetterà anche di attuare un risparmio consistente, non solo energetico, ma anche in termini di materie prime e materiale impiegati.
In primis, di plastica. Le linee di oggi, ben più performanti, richiedono l’utilizzo di bottiglie più leggere. «Per noi, ancora oggi, la plastica rappresenta l’80 % nelle vendite: è sempre la regina del mercato e non scomparirà. La direttiva europea sulla plastica monouso, infatti, non è andata a toccare i contenitori dei liquidi alimentari.
È stato dimostrato che la bottiglia di plastica è leggera e prodotta con poco dispendio energetico, quindi, con poca emissione di C02 ed è di facile riciclo. Andrebbe solo incanalata in maniera corretta. Per questo, Maniva, 10 anni fa, è stata tra i cinque soci fondatori del Consorzio Coripet. Per promuovere e agevolare la raccolta di bottiglie di plastica, Coripet ha installato oltre 1000 eco-compattatori che, nel giro di un triennio arriveranno a 5mila. Si tratta di macchine che raccolgono contenitori di plastica, conferite dagli utenti, intercettati con meccanismi premianti, nei luoghi di grande frequentazione, come i centri commerciali, le stazioni e i punti nevralgici di passaggio. La plastica così viene valorizzata e i consumatori sono incentivati a partecipare a questo progetto di preservazione del territorio e dell’ambiente, attivando il meccanismo dell’economia circolare. Una volta raccolte e schiacciate, le bottiglie diventano balle di plastica che, conferite nei container di riciclaggio, ridiventano le bottiglie che utilizziamo».
Una vera rivoluzione quella di Coripet. «Il Consorzio Coripet, dopo una fase di avvio, ora sta andando a regime. Nel frattempo, si è ampliata la compagine sociale e oggi, il 51% degli imbottigliatori di acqua, in Italia, aderiscono a Coripet. Il nostro consorzio, totalmente privato e autofinanziato, ha portato un’innovazione e un’efficienza importanti fino all’auto responsabilizzazione dei produttori, secondo le indicazioni dell’unione europea».
«Puntiamo anche a un risparmio energetico: sullo stabilimento della Sorgente Verna in provincia di Arezzo, dal 2006 del Gruppo Maniva, installeremo un impianto fotovoltaico. Si tratta di un’azienda dedicata al vetro a rendere dove rifaremo il tetto e installeremo l’impianto di 500 kwh. Solo successivamente, interverremo anche sull’impianto della casa madre Maniva di Bagolino dove andremo a realizzare altro impianto fotovoltaico della capacità similare».
Maniva, attenta all’economia circolare, investirà anche su casse e bottiglie di vetro. «Lavoriamo imbottigliando contenitori di vetro a rendere, li consegniamo ai distributori che si orientano verso il canale della ristorazione e della consegna domicilio, il famoso porta a porta. Lo stesso distributore, poi, andrà a recuperare le casse vuote, ricaricate e portate a casa, in azienda. Una volta lavate, vengono nuovamente imbottigliate per fare ripartire il ciclo. Se qualche tempo fa, le bottiglie a rendere venivano rottamate dopo 10-15 cicli, oggi ne utilizziamo di più performanti, con una durata di almeno 25 giri. Maniva ha investito sull’innovazione: oggi abbiamo bottiglie di vetro nuove, belle e performanti, frutto di un connubio tra estetica e funzionalità, proprio nell’ottica del loro riutilizzo. Va bene il recupero, il riciclo del materiale, ma il riutilizzo è di certo meno impattante e l’UE sta spingendo proprio di questo tema, incentivandolo».
Plastica, vetro, brick. A ciascuno il suo. Come puntualizza l’Ad Foglio, «Abbiamo investito tanto nel vetro, ora stiamo lavorando alla novità dell’acqua nel cartone, nel brick, una soluzione che sta prendendo piede nelle comunità, perfettamente riciclabile, nei parchi naturali, nei rifugi alpini, sulle spiagge plastica free, nei luoghi all’aria aperta dove il cartone ha effetto barriera rispetto al calore e alla luce solare. Lasciamo scegliere al consumatore, in base alla propria sensibilità e al proprio gusto».
«Un altro investimento nel quale crediamo e che ci differenzia particolarmente è quello dei fusti seltz. Tre anni fa, abbiamo iniziato ad acquistare questi fusti e, oggi, siamo la prima e unica azienda in Europa a proporre ai bar, ai locali dove fanno miscelazione, cocktail e spritz, fusti a rendere della durata trentennale, da 20 litri di acqua minerale seltz Maniva, quindi garantita. Si tratta di una innovazione importante e sostenibile che offre, oltre alla qualità, anche un servizio».
Il tema dell’inflazione ha inciso sull’attività di Maniva che, con lungimiranza, ha colto il momento come un’opportunità. «Abbiamo investito anche un milione e mezzo in ulteriori nuovi macchinari per potenziare la produzione risparmiando energia. Del resto, c‘è stato il momento di carenza di vetro, di carta, i costi energetici erano alle stelle. Rispettando la difficoltà del consumatore, in un triennio abbiamo applicato ai nostri listini un aumento nemmeno del 20%».
Responsabilità d’impresa, dunque, che si estende anche alla società e al territorio. Come conclude il Dott. Foglio: «Siamo sempre stati attenti al welfare e ci siamo sempre investiti di grande responsabilità sociale. Diamo lavoro a molte persone e le nostre scelte sono influenzate dal grande attaccamento al territorio e alla comunità, che, reciprocamente, non perde occasione per ricambiare stima. Siamo spinti da uno spirito di condivisione e la grande attenzione alle realtà locali ci coinvolge nel sostegno di iniziative locali e del territorio. Così, come verso i dipendenti ai quali offriamo opportunità che nascono da esigenze oggettive e che, finora, non abbiamo mai formalizzato: per noi, la responsabilità sociale è un piacere. Prima o poi, però dovremo dimostrare la nostra attenzione per i criteri Esg e i nostri comportamenti, attraverso la redazione di un bilancio di sostenibilità».