- Approfondimento di comunicazione d'Impresa - Redazione di Largo Consumo
L’olio EVO Made in Sardegna di San Giuliano
Come affermava Domenico Manca, recentemente scomparso,«In Sardegna produrre olio non è solo un mestiere, ma anche una tradizione, ed è proprio seguendo la tradizione che è nato il marchio San Giuliano, con l'intento di offrire al consumatore prodotti di altissima qualità».
Abbiamo incontrato il figlio Pasquale, che porta avanti, molto bene, l’eredità di questa importante realtà italiana, dal forte carattere regionale, partendo dalle difficoltà del mercato. «Da cento anni produciamo Oli Extravergini di Oliva da Cultivar di origine sarda e nazionale. Cerchiamo di interpretare il mercato, giorno per giorno, sia come produttori, sia come distributori. Siamo consci delle attuali difficoltà che ci sono in campagna sebbene questo non sempre venga riconosciuto.
Quello italiano è il nostro mercato principale, in Sardegna presidiamo tutti i segmenti dello scaffale e siamo orgogliosamente leader del 100% italiano e il nostro impegno quotidiano è rivolto a mantenere questa posizione.
All’estero, siamo ambasciatori del “Made in Sardegna” e così anche in Italia».
Dove vendete all’estero? «Nei mercati canonici di destinazione degli oli, come il Nord America e il Canada. Esportiamo anche in Brasile, anche se l’attuale situazione prezzi non aiuta. Un mercato che sta diventando sempre più importante per noi è quello svizzero, così come Inghilterra, Giappone, Cina, Korea e Arabia Saudita. Continuiamo, nonostante la situazione molto nota, a vendere in Russia dove c’è una stabilità negli ordini e nel fatturato».
A quanto ammonta tale fatturato? «Sono venti milioni di euro, dei quali, il 40% arriva dall’export. Il nostro obiettivo è la crescita sia nel mercato domestico che in quello internazionale, per questo stiamo attuando importanti investimenti volti ad aumentare la nostra capacità produttiva tanto a livello olivicolo quanto a livello di trasformazione e confezionamento. Stiamo infatti proseguendo con il nostro progetto Novolivo, che prevede l’acquisizione di terreni incolti da riqualificare attraverso la piantumazione di nuovi olivi, mentre abbiamo recentemente installato un nuovo frantoio che sfrutta tecnologie d’avanguardia come gli ultrasuoni che ci permettono di ottenere prodotti di eccellenza.
Per quanto riguarda la performance, nonostante le note difficoltà in cui versa attualmente la categoria dell’extravergine, trasversali a tutti i players, possiamo dirci soddisfatti del nostro conseguimento a marzo di un +42% su AP per l’intera categoria e un +65,8% sul cento per cento italiano.
Fra i player, siamo quelli con la più alta velocità di incremento rispetto l’anno precedente. Dati incoraggianti, in una categoria che sta soffrendo».
Sulla sostenibilità come vi state muovendo? «Si tratta di un percorso fatto da varie tappe e progetti per un’innovazione sostenibile che stiamo mettendo in campo attraverso l’investimento in nuove tecnologie e tecniche agricole d’avanguardia per attuare una crescita efficace mitigando i rischi e migliorando il nostro impatto ambientale e sociale. E dobbiamo dire che ci sta dando buoni risultati, a conferma infatti abbiamo recentemente ricevuto un importante riconoscimento nell’ambito del programma Agricoltura100 - curato da Confagricoltura e Reale Mutua Assicurazioni - per il nostro impegno nel perseguimento della qualità e salute alimentare. Questo genere di riconoscimenti ci stimola - conclude Manca - ma soprattutto ci impone di proseguire sul solco ormai consolidato della qualità, responsabilità e innovazione affinché si attui un cambiamento di paradigma che non può essere soltanto quello della crescita ma anche la valorizzazione del territorio e delle persone».