22/06/2021
Largo Consumo 06/2021 - Notizia breve - Pubblicato on line - Redazione di Largo Consumo
Studio Ismea

La catena del valore della pasta biologica nella filiera italiana

La catena del valore della pasta biologica nella filiera italiana

Il 2020 ha visto un forte incremento degli acquisti di pasta, sia sul mercato domestico (+8,9% le vendite presso la GDO) sia all'estero, con un +20% delle esportazioni in valore. In questo contesto, la pasta biologica italiana presenta notevoli potenzialità di sviluppo, ma con alcune criticità: tra queste, come mette in luce il rapporto Ismea "L'analisi della catena del valore della pasta biologica nella filiera italiana", la dipendenza dalla materia prima estera e la presenza di costi di produzione più alti anche del 70% rispetto alla pasta convenzionale. Lo studio pubblicato da Ismea ha analizzato i flussi economici della filiera e ha ricostruito la distribuzione del valore fra i vari attori. L'indagine, conclusa nel 2020, ha coinvolto 28 aziende biologiche rappresentative della realtà italiana, alle quali è stato sottoposto un questionario quali-quantitativo dettagliato su ogni costo e ricavo della filiera. I risultati mostrano che quando le filiere sono totalmente integrate, cioè quando l'azienda controlla internamente l'intero ciclo di vita della pasta, dal campo alla pastificazione, la fase agricola è quella che deve sostenere i maggiori costi (in particolare per le operazioni di semina e di concimazione), compensati dal prezzo di vendita finale della pasta. Quando la filiera non è integrata, invece, i maggiori costi si spostano sulla fase di pastificazione.

Nell'articolo:

  • Mercato pasta: dati 2020

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