- Approfondimento di comunicazione d'Impresa - Redazione di Largo Consumo
Cinque generazioni al comando di Monari Federzoni
Alida Sangiorgi è marketing manager di Monari Federzoni, azienda che, da oltre cent'anni, produce e commercializza l’Aceto Balsamico di Modena IGP. Una famiglia che, nel 1912, prima in Italia, ottenne, dal Ministero, la licenza per vendere questo prodotto unico. Con lei abbiamo parlato di aceto balsamico e non solo.
«Siamo un’azienda di famiglia legata al territorio, nata, cresciuta e che continua ad operare a Modena. Elena Monari è stata la fondatrice dell’azienda, una bella storia di imprenditoria al femminile che offre ancora più valore al prodotto progetto che presentiamo oggi che racconta le sue origini. Un’azienda, dunque, nata da una donna e che, tuttora, è nelle mani esperte di una donna, ovvero la proprietaria Sabrina Federzoni. È recente l’ingresso, in Monari Federzoni, della figlia Vittoria, rappresentante della quinta generazione al comando di un’impresa che racconta il territorio e i segreti di una tradizione artigianale».
Una realtà sempre in crescita. Continua Sangiorgi: «Negli anni sono stati acquisiti anche i vigneti, oltre 100 ettari che producono le uve da cui si ricava circa il 30% del mosto utilizzato per il nostro aceto balsamico di Modena. Nel 2022 inoltre abbiamo aperto la nostra prima bottega con cucina all’interno del Mercato Storico Albinelli in centro a Modena dove vengo venduti e serviti piatti con il solo aceto balsamico di Modena coprendo così tutta la filiera dal campo alla tavola.
Tra le novità che presentiamo a Cibus, c’è ELENA1912, il nostro primo Aceto balsamico di Modena Igp ad alta densità invecchiato per oltre tre anni, nella nostra antica acetaia, dove riposano oltre 5mila botti. Per noi, era importante un ritorno alle origini. Siamo il primo produttore italiano negli Usa, ma non dobbiamo mai dimenticato da dove arriviamo. Non a caso, la bottiglia del nuovo prodotto è stata studiata per raccontare un po’ la nostra storia, ovvero per richiamare quelle di inizio Novecento e il logo storico, ma con una visione moderna attenti anche al possibile riuso creativo della bottiglia».
Come precisa Sangiorgi, «I consumatori, soprattutto quelli più giovani, preferiscono i prodotti ad alta densità, in particolare, prediligono il prodotto più dolce al palato, con la percezione dell’acidità, cioè, che si smussa con la maggiore presenza di mosto cotto e con l’invecchiamento. Non tutti sanno che l’aceto balsamico, infatti, ha tantissime sfumature. Noi abbiamo circa 200 ricette e il nostro impegno è proprio quello di educare il consumatore affinché conosca le differenze.
Esiste un disciplinare rigido di produzione ma stiamo lavorando per fare capire al consumatore che esistono diverse tipologie di Balsamico di Modena, dal maturato all’invecchiato, dalla bassa densità all’alta ma soprattutto diversi tipi di botti, legni e che ogni produttore ha la sua esperienza “ricetta” di famiglia. Faccio un esempio: i vitigni di partenza sono sette ammessi dal disciplinare, ma tu puoi scegliere quale mosto utilizzare. Il che fa cambiare il sapore, esattamente come il tipo di legno che si utilizza nell’invecchiamento. Addirittura, è diverso anche in base a dove si tengono le botti, se più in alto nei solai dove le estati sono più calde o in più in basso. Ci teniamo anche a sottolineare che siamo il più grande vigneto, interamente dedicato alla produzione di balsamico certificato sostenibile certificato da settembre 2023 SNQPI – SISTEMA DI QUALITÀ NAZIONALE PRODUZIONE INTEGRATA ».