largo consumo 12/2021 - Notizia breve di comunicazione d'Impresa - Pubblicato online
Allevatori irlandesi in prima linea per la sostenibilità
Riportare in equilibrio il rapporto dell’uomo con la terra, valorizzando il ruolo degli agricoltori e degli allevatori, consapevoli che ne sono i custodi, e comprendere come e quanto le scelte di acquisto dei consumatori influiscano su questo processo. Questo l’impegno di Bord Bia, l’ente governativo dedicato allo sviluppo dei mercati di esportazione dei prodotti alimentari irlandesi.
Il 99% delle aziende agricole in Irlanda è di proprietà familiare, una tradizione che passa con orgoglio di generazione in generazione. Federico Quaranta, scrittore e divulgatore scientifico in ambito ambientale, nonché noto conduttore televisivo, si è interessato a questa realtà proprio perché a essere protagonista non è un sistema industriale ma, come lui afferma, «è un approccio di cultura rurale antica e basata sui rapporti umani all’interno di una comunità di persone. Si tratta di famiglie, possessori di piccole mandrie, che sono riusciti a creare imprese moderne, grazie anche a investimenti in tecnologia e sistemi per arrivare all’autosufficienza energetica».
Origin Green
Nel 2012 nasce Origin Green, il programma nazionale che promuove il miglioramento della sostenibilità lungo l'intera catena di approvvigionamento, dagli agricoltori ai produttori, fino ai rivenditori e alle aziende di servizi alimentari, a cui hanno aderito fino a oggi oltre 55 mila aziende agricole, affinché tutte le produzioni rurali del Paese possano affrontare il cruciale periodo di transizione ecologica supportate da studi scientifici, dati e iniziative energetiche. Il risultato raggiunto, secondo Quaranta, è eclatante, tanto da poter rappresentare un esempio a livello internazionale, e confermato dall’Origin Green Progress Report del 2021: a oggi, oltre un milione di alberi sono stati piantati per preservare la biodiversità; inoltre, sono state effettuate più di 290 mila valutazioni dell’impronta di carbonio, che evidenziano una riduzione media del 6.3% di CO2 per unità di carne bovina prodotta.
Un modello di crescita circolare
Affinché si mantenga nel tempo questo circolo virtuoso tra gli anelli della supply chain, e si raggiunga l’obiettivo di sostenibilità, i sistemi produttivi irlandesi si muovono per cambiare il modello di crescita da lineare a circolare: modello socio-economico secondo cui ogni prodotto viene riutilizzato, valorizzato e rimesso in circolo generando nuova vita, senza sprechi né rifiuti. Molti sottoprodotti di filiera alimentare, provenienti sia dai campi, sia dai processi di trasformazione, hanno come destino nuovi usi agricoli sostenibili come la produzione di fertilizzanti naturali e di nuovo cibo per gli animali stessi. «In questo modo – commenta Quaranta – nulla viene sprecato e tutto si trasforma in linfa vitale pulita. Dev’essere un moto spontaneo, un progetto valoriale, una catena che non si può spezzare: terra sana e fertile, aria pura e salubre, acqua limpida e potabile, erba ricca e integra. La più remota tradizione degli allevatori irlandesi incontra le tecnologie benigne ed evolute per guardare al futuro senza dimenticare mai le proprie radici. È il concetto stesso di rispetto: re-spectare, ovvero guardare dietro per riconoscersi profondamente ritrovando conoscenze antiche radicate e trasmesse dai padri ai figli».