Largo Consumo 6/2025 - Approfondimento - pagina 113 - 1 pagina - Ubaldo Sedda
Alla riscoperta dell’atomo
In materia di energia non esiste un argomento tanto divisivo quanto il nucleare, soprattutto in Italia. Com’è noto, il nostro Paese, sull’onda del disastro di Chernobyl, votò un referendum che stabilì la dismissione delle centrali atomiche in funzione sul territorio nazionale. Nei quasi 40 anni successivi, un grosso pezzo della classe dirigente e politica non ha mai nascosto il rimpianto per quella scelta, che ha senza dubbio reso l’Italia più dipendente dalle importazioni di risorse fossili dall’estero. Intorno al 2010 l’allora governo Berlusconi tentò di avviare un piano per la costruzione di nuove centrali nucleari, che però fu sostanzialmente abbandonato nel 2011 a seguito di un altro incidente, questa volta nella centrale giapponese di Fukushima. Infatti, gli italiani restano a dir poco diffidenti rispetto a questa tecnologia, in particolare quando si tratta di ipotizzare la realizzazione di un impianto nella propria regione o provincia. Tanto che, per la medesima ragione, l’Italia fatica da anni a individuare un sito adatto a ospitare il deposito unico nazionale dei rifiuti nucleari. Il governo Meloni, dopo un approccio inizialmente timido, negli ultimi mesi ha esplicitato la volontà di intervenire sul tema e appoggiare concretamente questa tecnologia.